Mitteilungen des Österreichischen Staatsarchivs 31. (1978) - Festschrift für Richard Blaas
Francesca MORANDINI: Vienna alia metä del secolo XVTH nella descrizione del manoscritto 684 dell’Archivio di Stato di Firenze
Vienna alia metä del secolo XVIII 131 „Consiste questa in un sol vano assai grande con una cupola nel mezzo. É tutta dipinta da uno scolaro di Solimene assai vagamente e ornata di stucchi dorati e marmi; il pavimento é tutto di marmo. Vi é quantitä di statue moderne rappresentanti vari principi della Casa d’Austria ed una che rappresenta Carlo VI resta nel mezzo, sotto la cupola. Fu cominciata questa fabbrica da Leopoldo ed ebbe il suo piü grande accrescimento da Carlo VI. Tra le molte cose ehe vi si osservarono furono le seguenti: un vaso lustrale con alcune figure di bassorilievo rappresentanti la guerra delle amazzoni di maniera greca; un senatus consulto ,De coercendis baccanalibus1 in rame antichissimo: é stata fatta una dissertazione sopra il medesimo dal Fenicio ehe é molto agl’antiquari cognita; la famosa Tavola peutingeriana, cosi detta perché fu ima volta nella biblioteca di Peutingeri, che fu poi comprata dal principe Eugenio di Savoia e poi trasportata dopo la sua morte in questa imperial biblioteca; ella consiste in una lunga cartapecora, dove sono deseritte tutte le poste, o siano mansioni, che facevano le truppe nelle loro marce per l’impero romano. Convengono gl’eruditi ehe ella possa essere stata fatta innanzi l’invasione dei barbari cioé nel regno d’Arcadio e d’Onorio e ehe appartenesse a qual- che generale d’armata per il regolamento delle dette marce. Chi si é messo peraltro a bene esaminarla v’ha trovato degl’errori massicci ed ha creduto ehe possa essere o un lavoro di qualche ignorante o una cattiva copia d’un buono originale. Avendo il tempo quasi scancellato del tutto alcuni nomi ed alcuni numeri, si conosce chiaramente ehe qualcheduno ha voluto ritoccarli con nuovo inchiostro e nuova rubrica e forse allora questa tavola soffri cangiamento e vi scorsero degi’errori. Comunque siasi ella é un bel monumento d’antichitä ed é una delle cose ehe faccino maggior ornamento di questa biblioteca. Marco Velsero la fece fedelmente copiare e la pubblicö con erudite annota- zioni; la ristampö poi Pietro Bertio nella Raccolta dei geografi antichi24). Si vide pure tra le cose piü curiose, un libro dove da Raffaello medesimo o da qualche suo bravo scolare furono disegnate e miniate le pitture delle leggi dei Vaticano.“ I nostri toscani hanno anche la possibilitä di ammirare i codici piu singolari della biblioteca: ,,un Platone che si pretende ehe sia dei quarto secolo. Stava questo non gran tempo fa nella Certosa di Firenze e col prezzo di cento zecchini fu quivi trasportato25). Due Dioscoridi con figure miniate, l’uno venuto da Napoli ai tempi di Carlo VI, 1’altro portato giä da Costantinopoli. Quello di Napoli é di maggior pregio per le figure; 1’altro perö é piü custodito26). La Genesi con le figure: é questo codice antichissimo, ma non se ne sa precisamente determinare il tempo27); un Evangeliario2S) deli’antica versioné 24) Per la bibliográfia e il facsimile con decrizione della Tavola Peutingeriana, ve- dasi: Tabula Peutingeriana, Codex Vindobonensis 324. Vollständige Facsimileausgabe in Originalformat. Kommentar: Ekkehard Weber (Graz 1976). 25) Non é del IV, ma dell’XI sec. e contiene tutte le opere di Platone. Fu donato da Donato Neri Acciaioli al convento della Certosa di Firenze nel 1478; venne da essa ac- quistato nel 1725 per la Hofbibliothek da Alessandro Riccardi, prefetto della Biblioteca Palatina a Vienna; si conserva ora nella österreichischen Nationalbibliothek, Suppi. Gr. 27. Cfr. Herbert Hunger Katalog der Griechischen Handschriften der österreichischen Nationalbiliothek. Supplementum Graecum (Wien 1957). 26) II Dioscoride di Napoli é stato restituito allTtalia, dopo la prima guerra mondiale; é conservato a Napoli presso la Biblioteca Nazionale con la segnatura: V, ex Vindobonense greco 1. L’antica segnatura di Vienna é: Hofbibliothek cod. 16 (fram- menti). II secondo Dioscoride di cui si parla porta la segnatura: österreichische Nationalbibliothek, Bibi. Med. Gr. 1, é dell’inizio del VI secolo, steso a Constantinopoli. Cfr. Herbert Hunger - Otto Kresten Katalog der Griechischen Handschriften der österreichischen Nationalbibliothek Teil 2 (Wien 1968). 27) Codice del VI sec., conservato nella österreichische Nationalbibliothek, Cod. theol. Gr. 31; cfr. Hunger-Kresten Katalog Teil 3 (Wien 1976). 2S) É pure del VI sec., restituito all’Italia dopo la prima guerra mondiale e ora 9*