Janus Pannonius Múzeum Évkönyve (1962) (Pécs, 1963)

Sarkadiné Hárs Éva: Lüszterfényű kerámiák és a Zsolnay eosinmázas edények

38â LE CERAMICHE METALLOLUSTRATË Ë I VASELLAMI D' EOSIN DI ZSOLNAY E. H. SARKADI Fra gli oggetti d'uso comune la terracotta ha un'importanza note vole dai tempi primiti­vi. Fra gli strumenti semplicissimi dell'uomo primitivo si trovano già le ciotole ed i piatti fatti con mano umana. La via dello sviluppo fino alla decorazione della terracotta ed alla copritura di smalto della superficie porosa era molto lunga. La ceramica era già di un alto livello artiseito dai greci, romani, in Babi­lónia ed in Assiria. I persiani maomettani, gli arabi ed i maori decoravano i loro vasi oon un' ornamentazione colarita e piana. Lo smalto di lustro ed iridescente con uno splendore metallico comparve già nel secolo XL in Vicino Oriente. Gli scavi effettuati dallo scienziato tedesco Dott. Sarre nei 1895—98. portarono alla luce nella regioné di Cairo di oggi dei rottami persici di colore di lustro ed iridescenti. (1) Nella collezione di arte industriale del Museo Janus Pannonius si trovano molti rottami di vaso di smalto di colore di lustro i quali vi furono portati dalla raccolta fatta da Nicola Zsolnay in Asia Mi­nore nei 1887—88. La tecnica della fabbricazione della maio­lica e di quella dello smalto di lustro fu in­trodotta dagli arabi in Spagna. Dal 1235 la Spagna era sotto il dominio degli arabi e da quel tempo questa tecnica avendo una vasta popolarità vi si sviluppava imediante i mauri stabilitisi. I ceramisti italiani impararono il segreto della fabbricazione della maiolica e dello smalto di lustro metallico dai mauri nell' isola di Mallorca abitanti. I maestri mao­mettani avevano già nel secolo X. un' indus­tria ceramica bene svilupatta, Dal 1230 al 1285 Г isola era sotto il dominio degli italiani e cosi sorse fra di loro un oomtatto commer­ciale ed industriale molto vivace e lo stile hispano-moresco arrivô attraverso la Sicilia anche aille offinice dei ceramisti italiani. Queste maioliche hanno corne caratteristica speciale lo smalto di colore metallico iride­scente con la luce verde-dorata il quale era applicato sopratutto sullo smalto di stagno. Le scodelle ed i vasi molto ornati erano cos­truiti quasi senza eccezione con una pittura gialligno-beige in una base di colore di osso. Uno di questi vasi è custodito niel Museo Nazionale di Palermo. La bella vernice per­fetta e la decorazione armonica del vaso di proporzione nobile il quale ha più di un metro di altezza ed è del secolo XIII. (2) fino ad oggi è tenuto modello per quelli che si occupano della ceramica. La superficie è coperta di un ornamento to ricco di plante e divisio in stris­ce. L' ornamento nelle strisce è la forma di flore vairio; sul collo e sui manichi inveoe è quella di fiore stilizzato e squamoso doppia­mente ripetuto. Dal secolo XIV. sono già rimasti molti vasi di maiolica fatti dai maestri italiani. De­ruta d' Umbria è il primo luogo dove si fab­brica lo smalto con splendore metallico iride­sceinte. (3) I suoi vasi sono anoora molto simili in forma ed ornamento ai modelli cioè alla maiolica hispano-moresca. Nella collezione del Bargello di Firenze le scodelle di Deruta del secolo XVI sono ornate di motivi di pi­ante stilizzate di colore blugiallo (ornamento di foglie con torsioné a spira), oppure mo­strano figure in maggior parte ecclesiastiche. Sulle opère di Deruta un motivo molto ripe­tuto è la mezza figura di donna in profilo che adorna il centra della scodella. Queste sco­delle sono le cosiddette scodelle di promessi sposi fabbricate nella stessa maniera anche nelle officine di Urbino e Castel Durante. (4) Oltre aile officine medioevali di Deruta ha pure importanzia quella di Gubbio. La sua attività risale fino al secolo XIV. Ne abbiamo anche alcuni documenti (5.) E probabile che lo smalto iridescente di lustro il cui maestro più eminente era Giorgio Andreoli di Gubbio, sia trasferito da De­ruta in Gubbio. (6) ,,Mastro Giorgio" svilup­pava lo smalto di lustro madreperlaceo e sco­pri il lustro di rame. Riusci a produrre lo smalto iridescente di quattro génère: rubino, riverbero, cangiante, e madreperla, La fama di questa invenzione arrivô anche aile offici­ne deille regioni più lontane. PoiChè i contem­poranei non ebbero potuto spiare il segreto del maestro Giorgio portavano da lui le loro scodelle perché le ornasse con smalto irides­cente e con luscido d' oro. L' attività del maestro di Gubbio si puô apprezzarla dalle sue opère fino ad oggi ri­maste. Egli comincia prima come scultore a Gubbio e stile di Luca della Robbia costruisce délie statue religiose. Dagli anni dei 1517—19 sono conosciuti i suoi primi pezzi segnati di ceramica il cui ornamento mostra già un tra­passo fra lo stile di Deruta che rispecchia

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