Thallóczy Lajos: Jajca (bánság, vár és város) története. (Budapest, 1915. Magyarország melléktartományainak oklevéltára. Codex diplomaticus partium regno Hungariae adnexarum 4.)

non gli fece aditoné ne transito; che se cosi non era, tutti incappavamo ne le mani loro, et perivo con tutti li miéi et cosi volens evitare Scyllam, incidissem in Caribdim, ma lodato Dio, che mi ha custodito et condutto sin qui. ccxxxv. Buda, 1525. aug. 9. B. Burgio Antal levele Sadoleto Jakabhoz a budaiak hangulatáról, midőn a pápa jubileuma alkalmából pénzt kérnek Jajczára. Fraknói V.: Mon. Vat. H. sor. I. köt. 253-4. 1. La maestá sua per lo bisognio di lo dinaro et perché fra poco giorni dui valirano per uno, have voluto che si aprissiro le cascie del iubileo, per poter cum quelli dinari provederni Jaiza, che di novo torna ad affamarsi; et havemo incomenzato di questa di Buda, et non si sono trovati si non trecento fiorini di questa moneta che sono cento di oro, cum molti scritti ignominiosi per nui et per sua maestá, como a dire : „Tornati il tuo giubileo in Roma et lassa star lo dinár nostro qui". In altri eran tre dinari di ragione et dicean : „Un di questi sia del Papa, Taltro del cardinale, l'altro di Strigonio." Trovammo vetri, rame, moneta falsa, et simile ribalderie. Questa terra é quasi habitata di Tudeski et non é di maravigliare. Fo aperta la cascia di Strigonio et si sono trovati cento et poco piú fiorini di questa moneta. di modo che secondo questi dui citati che sono la princi­pali, si po credere che sil iubileo arrivirá a tre o quatro milia fiorini di questa moneta, serrá gran cosa; perché si po comprendere, in XXV anni quanto sia mancata la devotione in questo regnio. Al tempó di regino buttö il iubileo meglio di cento et XX milia ducati. Li dinari del iubileo che si serrano trovati et a cui serran stati donati, quando tutte le cascie serran aperte, io ne mandirö­nota a Sua Santitá.

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