ARHIVSKI VJESNIK 3. (ZAGREB, 1960.)

Strana - 122

hgenza e ferrea volonte, che gli resero possibile il compimento di piani, che altri non avrebbe osato sognare nemmeno. Se difese e sostenne l'ortodossia, più che passione di questioni teologiche, io credo lo facesse perché lo credeva unico cemento atto a tenere compatta l'immensa raccozzaglia di schiatte slave soggette al suo dominio, e prive d'altri elementi d'unione; ed è supponibile che una volta, per mezzo de' suoi sforzi diretti all'estensione della forza, alio sviluppo della letteratura, aH'incremento della gloria della Russia, radicata ne' cuori la nazionalità russa e tolti i pregiudizii di razza, anche su questo punto sarebbesi mostrato più corrivo, e la Chiesa cattolica sopratutto avrebbe dovuto cessare d'annoverarlo fra i suoi più accaniti persecutors Ma rove­sciando la medaglia, sostenni e sostengo che Nicola nocque alla causa liberale dell'Occidente. Come Russo dovea farlo: i suoi popoli non maturi ancora dovea preservarli dal contagio delle idee moderne, le quali poi non credo che in cuore suo odiasse corne ne facea mostra alle volte; perché spirito elevato com'era non lo potea. Ma in chi ne sofferse e ne soffre, è ragione cio che vaglia a giustificarie? Perseguitô l'aristocrazia polacca, e giovô certamente ai popoli della Podolia, Volinia, ecc, una volta sommessi alla sua dominazione; ma nella persecuzione travolse quanti amarono la patria, a quanti avrebbero desiderato farla risorgere spoglia dei vecchi avanzi feudali, e dotata di nuove forme liberali. Non sarebbero riesciti per difetto di forza, e impotenti a frenare la tracctanza della vecchia aristocrazia. Quest'ultima porta una giusta pena; ma i primi soffrono all' Europa intera lo spettacolo di esuli vagabondi, che corrono a sagrificarsi ovunque s'innalzi bandiera d'indipendenza e di libertà. Se non v'era Nikola che sarebbe oggi dell'Ungheria, che di noi (pruden­za). Se non v'era egli, l'unione della Germania non sarebbe al di d'oggi ancora un pio desiderio, e gli sforzi fatti in epoche diverse non sarebbero andati si miseramente falliti. È vero che anche i suoi predecessori lavorarono sempre nel medesimo senso, chè vedevano nelle divisioni germaniche, causa ognora di debolezza, un'ostacolo di meno alla loro ambizione. E la rivoluzione di luglio e quella di 48 in Francia osteggiate, e il Piemonte costituzionale non riconosciuto, e le mene dei Sonderbundisti in Isvizzera favorite e tanti altri, sono fatti positivi, chiari e lampanti, altro che skrpiunstvo, fanfaluche et veteres aviae. Non parlera della présente questione orientale, nella quale malgré moi, voi dite quand même, sono divenuto Russo, dopochè l'orgoglio spiegato dapprincipio nella missione Menčikof, 5 fu dai Turchi colle disfatte al Danubio largamente punito, e dopochè spoglia delle sonore parole con cui si voile onestarla, la questione fu ridotta ai suoi veri termini di meschina ambizione dinastica. Meschina e orribilmente dannosa per noi, non per gli amici che vi sono interessati. Chiuderô questa nojösa tiritera con osservarvi; che se per skrpiunstvo intendete le mie opinioni e convinzioni in materia di pensamenti politici, spero di poter dire sicuramente che esse non si modifi­cheranno in me, almeno per ciô che tiene al fondo della cosa: il tempo e l'esperienza potranno moderarle, cangiarle giammai. (Sctossi fanatic). Contrariamente alla massima prima gli affari e poi la civiltà, insegna del secolo, vi parlerö di quelli in secondo luogo. Acclusa dunque troverete la Polizza ed una bolletta colle quali ritirerete dalla dogana il desiderato libro. Quanti andirivieni mi toccô fare, e quante bollette, assegni, dichiarazioni, ed altri simili insetti. Tutto merito della nostra ammirabile e semplice ammini­strazione. Dio ce la conservi! — 122 —

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