Vízügyi Közlemények, 1938 (20. évfolyam)

4. szám - Szakirodalom

30 moto prima a monte e poi a valle e forma id ogni punto d'isola ed in ogni curva ammucchiamenti tumescenti. Camminando in giù tali ammassi di ghiaccio possono essere superposti. In questo riguardo la situazione del capitale fu particolarmente grave, dato che nel suo confine meridionale la forma allargata dell'alveo, pieno di banchi di rena, come pure il punto dell'isola Csepel hanno impedito il deflusso del ghiaccio (fig. 2, annesso colorito mostra la situazione nell'anno 1833). Una parte della città fu stabilita in un alveo abbandonato del Danubio (fig. 3), circostanza che aggravò sensibilmente la situazione pericolosa. Confrontando le condizioni termometriche dell'inverno 1837—38 con i valori medi centenari (specchio sulla pagina 42, fig. 4 in su) riesce chiaro, che nell'anno 1838 la catastrofe fù inevitablie. Già nel giorno 29 gennaio le autorità competenti hanno fatto rilievi sulla posizione degli ammassi di ghiaccio (fig. 5 annesso colorito), rinforzarono le opere di difesa ed aspettavano la catastrofe. Il deflusso del ghiaccio si cominciò in Vienna il 5 marzo, a Budapest il 16 marzo e nelle curve a valle di Paks, 150 km da Budapest, solamente il 24 dello stesso mese. Si capisce da sè, che gli ammassi superposti hanno otturati l'alveo in parecchi sezioni e così il fiume lungo un tratto di km 480 — qua e là in una larghezza di 15—20 km — allagava una superficie oltre di ettari 600,000. (L'allagamento della regione a valle del capitale è rappresentato nella fig. 7). Il numero dei comuni colpiti dall'inondazione risultò più di 100, il valore del danno materiale superò i 70 milioni di fiorini. Il livello della piena osservato nel capitale fù più alto di cm 165 della massima altezza, acqua osservata fin là (piena dell'anno 1775) cosi e avvenuto che qui erano più gravi le devastazioni, (fig. 6, fotos 7—9). Nella fig. 8 si vede le superficie inondate del capitale, nello specchio sulla pagina 51 però sono riportati i dati statistici sulle devastazioni (sono rimaste intatte 3260 case, danneggiate 1363, crollate 2882) Nella tabella sulla pagina 52 sono riportati i valori medi (150—260 cm) della sommersione osservati nei vari rioni della città. L'articolo spiega l'andamento della piena in base di diari, rilievi, e di studi tecnici. La trattazione è estesa anche sull'attività di soccorso svolta immediata­mente dopo la catastrofe e rammenta con profondo sentimento di riconoscenza i benefattori esteri, i quali da tutte le parti dell'Europa affrettavansi all'aiuto del capitale colpito dall'inondazione. Dopo il deflusso della piena prima di tutto le dighe di protezione furono rial­zate e rinforzate. Anche la colmazione delle parti più basse della cità fu deciso, ma realizzato solamente parzialmente. Quanto al problema più importante, cioè la sistemazione del Danubio, questa fu prorogata. Secondo i progetti ufficiali il ramo sinistra, lungo di km 60, della biforcazione esistente subito a valle del capitale, sarebbe stato chiuso, perchè il ramo destro, sviluppandosi in ramo principale, possa calare facilmente il ghiaccio. I rivieraschi del ramo da chiudere hanno però, pro­testato contro tale progetto ; oltre a questo poi le città interessate, la provincia e lo stato non potevano accordarsi in riguardo alla ripartizione delle spese di sistema­zione. (In Ungheria la difesa contro l'ionondazione non è competenza statale, ma un compito degli interessati. Dato poi che la superficie della zona da difendere risulta di ettari 4-5 milioni, lo stato non ha potuto ha impegnarsi nella sistemazione senza rompere questo principio della competenza. ) Dopo ripetute discussioni ed avendo modificato più d'una volta i progetti, la guerra per la libertà, che scoppio nel 1848, ha fatto scomparire il problema.

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