Vízügyi Közlemények, 1933 (15. évfolyam)
2. füzet - XVII. Kisebb közlemények
88 e le qualità chimiche dall'altro del terreno arabile esistono stretti nessi che sono inerenti alla sua natura colloidale. Le proprietà fisiche e chimiche però da parte loro influiscono grandemente sugli svolgimenti biologici che avvengono nel terreno arabile. Il suolo è la dimora della radice ma oltre di alloggiarla, il suolo ha pure il compito di provvedere all'alimentazione di essa con aria, acqua e sostanze nutritive disciolte in acqua. Per poter corrispondere a tali doveri il suolo deve avere un'apposita costituzione. Fra la costituzione e le proprietà fisiche del suolo esiste uno stretto nesso di cui i caratteri vanno studiati mediante indagini laboratoriali. A tale scopo basta frantumare una zolla d'un dato terreno, disunire poi le diverse particelle per mezzo d'un crivello e studiare separatamente i caratteri fisici delle singole piccole porzioni così ottenute. Importante indagini del genere sono state eseguite dal Dojarenko in Russia. Da queste indagini risulta chiaro che il carattere degli interstizi del suolo varia sensibilmente in seguito dalla frantumazione. Se l'estensione delle briciole non supera 0-5 mm si può ammettere che nel terreno si trovano solamente vani capillari mentre nel caso di briciole più grossolane il volume globale degli interstizi risulta maggiore, benché l'aumento relativo di esso rapportato al volume del terreno non è notevole. Il carattere dello spazio dei vani diviene del tutto cambiato : Se l'estensione delle briciole varia fra mm 0-5—1-00 allora il 51% degli interstizi mostra carattere capillare mentre il volume dei pori capillari d'una zolla costituita da briciole di 3—5 mm non supera il 37%. Col carattere dello spazio dei pori cambiano pure le proprietà fisiche del suolo. La forza di succhiamento, l'evaporazione dalla superficie del terreno, il tenore d'acqua di esso, il grado di saturazione, lo scambiamento dell'aria ecc. sono tutti dipendenti dal grado di frantumazione. La grandezza ottimale delle briciole dipende dalle condizioni climatiche. In date condizioni climatiche la grandezza delle briciole deve rimanere in un certo intervallo perchè il rapporto fra l'acqua e l'aria sia ottimale. A parità di'entità di pioggia il volume dei vani capillari e con esso la provvista d'acqua immagazzinata nel suolo risulta meno nel caso di briciole piuttosto grossolane. Colla diminuzione delle briciole però il volume capillare si aumenta ed in tempi umidi il suolo diviene saturo d'acqua, l'aerazione di esso è resa difficile. Il Dojarenka trovò che sotto l'umido clima dei dintorni di Mosca il diametro ottimale delle briciole è di mm 1—3 ed il volume capillare raggiunge il 50%. All'opposto di questo nelle regioni secche il volume ottimale dei pori capillari risulta maggiore del 50% del volume globale degli interstizi. Secondo gli esperimenti eseguiti nel Samara regione d'un clima secco, il volume ottimale per la capillarità è del 10—65%. Da tutto ciò risulta che nelle regioni aride l'acqua è il fattore che delimita la produzione mentre nelle regioni umide l'aria. La costituzione briciolosa è dunque una condizione sine qua non della produzione agraria. L'aratura è il modo per creare una tale condizione favorevole. Una notevole parte del lavoro del contadino stà nella frantumazione delle zolle staccate con l'aratro. La sola frantumazione meccanica della gleba non basta però per dare al suolo una costituzione assai soffice, è necessaria anche la cooperazione di certi sforzi naturali. L' uomo può facilitare tali cooperazioni, ma non è in grado di sostituirle. Se per esempio abbiamo ecceduto nello sminuzzolare del suolo, soppravviene una con-