Buza Péter: I Ponti sul Danubio - La nostra Budapest (Budapest, 1992)

era proprio in pieno corso, all’altezza dell’attuale Piazza Petőfi, davanti alia chiesa greco ortodossa, quando il dorso ghiaccia- to del fiume apparentemente solido si aperse all’improwiso e inghiotti a centinaia i ballanti. Circa quaranta persone rima- sero vittime dell’acqua gelata. II Danubio d’inverno é difatti capriccioso e imprevedibile. Da un minuto all’altro le tavole di ghiaccio si possono rompe- re ed awiarsi collá corrente e allora non ci sono ponti a ghiacco né barche. Come per esempio quel giorno notabile dell’anno 1800 quando il conte palatino Guiseppe celebrö le sue nozze con la sfortunata figlia dello zar, Alessandra Pavlov­na, al castello di Buda. Erano invitati alia cerimonia tutti i notabili della cittá di Pest e si sentivano veramente a meravi- glia finché seppero ehe il ghiaccio del Danubio era partita. Tutta la bella compagnia fu costretta a rimanere, lontana dalle famiglie angosciate, dai consueti letti e camicie da nőtte, nella cittä «straniera». Per fortuna il conte palatino fece aprire tutte le sale del Parlamento dove per due giorni e due notti ognuno poteva godere il ballo per compensarsi della comoditä lonta- na di Pest. Naturalmente e’erano sempre persone ehe non potevano procrastinare fattraversamento a tempi meno pericolosi. In queste occasioni bisognava pagare un vero patrimonio al traghettatore o a qualche barcaiolo ardito per tentare la sorté. Nelle barche che attraversavano il fiume d’inverno, era sem­pre collocata una piccola stufa a cilindro in mezzo, per proteg- gere dal gelo i passaggeri, i quali, a volte dovevano anche contribuire attivamente al proseguimento del cammino, quando la barca rimaneva incastrata fra le tavole di ghiaccio. Ai passanti sul lungodanubio venivano invece i brividi a sentire le grida «lulll-lei! lulll-lei!» ehe si percepivano a stento nella nebbia invernale dalia direzione del Danubio, ehe fornivano il ritmo al personale e ai passaggeri della barca ehe tentavano di liberarla dalia presa del ghiaccio. Queste storielle ehe parlavano dei passaggeri ehe avevano smarrito la via fra le tavole di ghiaccio mentre attraversavano ed erano scomparsi per sempre, delle raffiche di vento ehe spegnevano anche la fiamma dei ceri della barca e mettevano in pericolo di vita la pover’anima costretta a proseguire il viaggio nel buio, erano all’ordine del giorno nella vecchia Pest-Buda. Erano quasi i pilastri di un ponté stabile immagina- rio che doveva pur nascere prima o poi. 7

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