Gál Judit: Adatok a váci ortodox keresztény közösség történetéhez - Váci levéltári füzetek 2. (Vác, 2010)

Név- és helynévmutató

381 I cosiddetti "greci" residenti a Vác nel sec. XVIII erano originari, per la maggior par­te, di Shipska e Moscopoli, oggi entrambe in territorio albanese. L'onomastica dei "greci" (p. 19; 159) Solo un esame attento delle fonti archivistiche permette di stabilire la corrispondenza tra coppie sia di nomi di battesimo sia di cognomi che і cosiddetti "greci" alternava­no a seconda del contesto. Quanto ai nomi di battesimo, è possibile stilare un elenco di coppie più о meno fisse di nomi. Nei documenti amministrativi redatti da enti ungheresi si trovano in­fatti і corrispettivi "latinizzati" dei nomi tradizionali usati di preferenza dagli aru­meni (Naum viene sostituito da Antonius/ Antal, Manoil da Matthias/Mátyás/Ma­nó, Anastasios da Thomas/Tamás, Constantin da Stephanus/István, Theodor da Gottlieb/Amadeus, ecc.). La variazione dei cognomi crea maggiori difficoltà alla ricerca, perché spesso non vi è alcun legame tra і due (o più) cognomi utilizzati dai componenti di una stes­sa famiglia contemporaneamente oppure tralasciando il cognome vecchio per sce­glierne uno nuovo (per es. Nicolaus Paprika alias Kuzmanovits, Georgius Papp alias Halász, Naum Kojoka alias Pap Antal ecc.). Si riscontra anche la trasformazione sla­vizzante del cognome, come l'evoluzione di Brato in Bratovié (a Miskolc Bratovszky), Cvian in Cvianov о Cvianovié, Zigmondfi in Zigmondovié, ecc. I nomi femminili sono, nella grande maggioranza dei casi, derivati dal nome del capo famiglia, con l'indicazione del grado di parentela (p. es. Elena consorte di Moj- sej Cvian). In casi sporadici si riscontrano forme generate mediante suffissi femminili come Koza-Kozinica, Bealo-Bealova, Solar-Solarka, Bratovic-Bratovicka, Kilica- Kilicina, Peleci-Pelecina. L'uso del patronimico presso і cosiddetti "greci" di Vác è attestato in due testi in lingua greca - un testamento del 1791 ed un epitaffio del 1799 - ed in alcune annota­zioni dei registri comunali, risalenti alla fine del sec. XVIII. Di fronte ad una tale varietà onomastica, sia morfologica che di grafia, verrebbe da chiedersi quale tra tutte le forme attestate di uno stesso nome sia quella "origina­le". In realtà, siccome l'arumeno era all'epoca una lingua senza scrittura, tutte le for­me onomastiche scritte sono trascrizioni più о meno fedeli della forma fonetica, l'unica che potrebbe essere considerata originale. Le firme in caratteri greci per e- sempio non possono rendere і fonemi c, i, § in cognomi come Maza, Cillon, Manéuka, Stova, mentre le trascrizioni eseguite da parlanti ungheresi e quelle in ciril­lico ci permettono di conoscere con una buona approssimazione la probabile forma fonetica dei cognomi "greci".

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