Sikota Győző: Herendi porcelán (Budapest, 1970)
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popolare ungherese, nonché scene romantiche ed idealizzate ispirate alla vita campestre del Paese. È questo periodo — che va dal 1851 al 1876 — che segna la massima fioritura artistica della fabbrica, la cui attività si sviluppava in due direzioni: completare d’un lato i vari servizi antichi, ed ispirarsi dall’altro alle antiche porcellane orientali. Quest’ultima attività si dimostrò un compito alquanto complesso, poiché la fabbrica si trovò alle prese non soltanto con le esigenze artistiche caratteristiche dell’epoca, ma anche con le difficoltà date dalla materia prima. Era necessario sperimentare — riscoprire — la pasta, i colori, i modi di cottura che gli stessi scopritori d’un tempo, i cinesi, avevano da lungi dimenticato. La contessa Colonna, nel suo libro «Les Arts en Europe», scrisse di questo nuovo orientamento artistico di Herend nei termini seguenti: «Imitare pezzi antichi, di svariate origini, è un compito in cui nessuna fabbrica si era impegnata finora». È la bellezza a prova di secoli delle porcellane cinesi che eternarono, ottenendo strepitosi successi alle diverse esposizioni mondiali, i motivi Viktoria, Ming, Gödöllő, Cubash, Siang Noir, Poissons, Esterházy, Windsor Castle, e specialmente quelli Macao, usati sui soprammobili. Alessandro Humboldt, il grande scienziato e conoscitore di porcellane della sua epoca, in una lettera scritta a Fischer nel 1857, lodava con entusiasmo le imitazioni delle porcellane cinesi, prodotte dalla fabbrica. I motivi ispiratori erano senza alcun dubbio quelli della Cina, ma tra i fiori variopinti trovarono il loro posto anche quelli del Paese, i fiori e gli uccelli dei boschi e dei prati dei monti Bakony. Herend riprende i suoi motivi da altri, ma nello stesso tempo ne crea di nuovi, imita, eppure ci dà anche delle novità, e con i suoi disegni si guadagna nome e stima in tutte le esposizioni del mondo. Vogliamo menzionare soltanto alcuni dei più importanti premi ottenuti: Londra 1851: «Prize Medal», Parigi 1855: medaglia di prima categoria, Londra 1862: medaglia «Honoris causa», Vienna 1873: «Fortschrittsmedaille», Pietroburgo (Leningrado) 1901: medaglia d’oro, St. Louis 1904: medaglia d’oro, Torino 1911: medaglia d’oro, Philadelphia 1935: medaglia d’oro, Budapest 1940: medaglia d’oro, Bruxelles 1958: medaglia d’oro. Tra le esposizioni mondiali, la più importante per Herend fu la prima, organizzata a Londra nel 1851, al Palazzo di Cristallo, poiché fu la prima occasione in cui la fabbrica di Herend potè ottenere il riconoscimento delle sue ambizioni artistiche e tecniche al di là dei confini del Paese. Il «The Stranger’s Adviser» di Londra ne scrisse nei seguenti termini: «Tutti coloro che hanno visitato l’esposizione di Londra hanno ammirato i magnifici vasi, i servizi da tavola, da tè e da caffè che il signor Móricz Fischer (Herend presso Veszprém, Ungheria) aveva esposto. Questi oggetti sono stati fabbricati nel più bello stile e col miglior gusto». Alla mostra, la regina Vittoria d’Inghilterra ordinò quel famoso servizio con motivi a fiori di ispirazione cinese che da allora fa parte dell’assortimento preferito della fabbrica Herend, col nome di «Queen Victoria». Le esposizioni mondiali collocarono su salde basi il nome della fabbrica, e diedero nuovo impulso alla sua produzione. Anche la nostra industria nazionale dovette prendere atto delle serie conseguenze economiche del «crac di Vienna» avvenuto nel 1873. I figli di Fischer provarono ad indurre il loro padre — rimasto fedele sino all’ultimo alle tradizioni artistiche della fabbrica — a seguire indirizzi più redditizi, per superare la congiuntura, e nel 1876 assunsero la direzione deH’impresa. Si concluse così il periodo epico della storia di Herend, che fu caratterizzato da frequenti difficoltà economiche, da successi alle esposizioni mondiali e dalla continua ricerca del nuovo. Il ricordo di queste monumentali aspirazioni artistiche sta ancora oggi a garantire la sussistenza ed i successi di Herend. I tentativi dei figli di Fischer, per ristabilire l’equilibrio economico della fabbrica con la produzione di oggetti meno costosi, fallirono. Il livello artistico — e quello economico — della fabbrica, precedentemente in ascesa, cominciò a declinare. Iniziò un periodo in cui si costituirono in più occasioni delle società per azioni. La grande rivale, la «K. u. K. Wiener Porzellan-Manufaktur» non esisteva più da vent’anni, ma con tutto ciò Herend poteva sostenere solo a stento la concorrenza — entro i confini doganali comuni — con le fabbriche cecoslovacche che erano in rapido sviluppo, disponendo di grandissime scorte di materie prime. Nel 1896 Jenő Farkashàzy, nipote di Mór Fischer, comperò la fabbrica e la diresse fino alla creazione — avvenuta già nel nostro secolo — della società per azioni «Herendi Porcelán Gyár R. T.». Sotto la sua guida, furono di nuovo fabbricati gli ] 32 antichi modelli, scelti col più severo senso dello stile. Al principio del nostro secolo