Sikota Győző: Herendi porcelán (Budapest, 1970)

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ebbero gran successo a Parigi ed a Pietroburgo alcuni capolavori, e in seguito i vasi con decorazioni «pâte sur pâte». La società per azioni, costituita nell’anno 1923 diede un nuovo slancio alla fabbrica. Questo periodo fu caratterizzato da una produzione più sistematica, da un generale rinnovamento tecnico, dallo sviluppo del suo mercato internazionale e da un nuovo programma artistico, degno delle sue tradizioni. In tutta la sua attività precedente, la fabbrica produsse solo sporadicamente statue in porcellana; ora fu creata una vera arte statuaria di porcellana che si ispirava sopratutto a temi prettamente un­gheresi, con l’interpretazione di scultori di fama. Fu così che vennero realizzati in porcellana i modelli in miniatura delle statue conosciutissime delle piazze della capitale, opere dei più notevoli artisti del Paese: il «Buttero» di György Vastagh, l’«Ussaro con la sciabola» di Zsigmond Kisfaludi Strobl, l’«Addio» di János Pásztor, opere che eternavano i personnaggi caratteristici della vita e della storia ungherese. Trovarono il loro impiego anche temi presi dalle leggende e dalle fiabe popolari, come «Pollicino», «Mattia, guardiano d’oche» e «Déryné». Temi favoriti erano inoltre le composizioni di nudi, tra le quali ebbero il più grande succeso l'«Amazzone» di Éva B. Löte, e la «Donna col pettine» di Elek Lux. Una tonalità vivace fu data all'arte della piccola plastica di Herend dalla raffigurazione — iniziatasi in quell’epoca — di animali, specialmente uccelli, caratterizzata dai colori pastello e dall’espressione fedele della materia. Questa nuova arte della piccola plastica — che è tutt’ora una delle tendenze più effervescenti della fabbrica — completò il repertorio artistico di Herend, inserendosi armoniosamente tra i servizi e gli oggetti ornamentali sui quali, nel secolo scorso si era basata la fama di Herend. Superati gli anni della crisi economica, a partire della metà degli anni ’30 cominciò nella storia di Herend l’era della prosperità, che si riflesse in tutti i campi della vita della fabbrica. Partecipò di nuovo, conquistando nuovi successi, alle esposizioni mondiali. I suoi prodotti tradizionali, le sue figure raffiguranti con spirito e con bravura tecnica la vita magiara hanno riscosso vive approvazioni. Nella produzione, notevolmente incrementata, troviamo ancora i servizi con i motivi «Victoria», «Siang Noir», «Miramare» ed i soprammobili di ispirazione ungherese. A Bruxelles nel 1935 ebbe la medaglia d’oro, ed a Parigi nel 1937 il Grand Prix. La stampa contemporanea scrive con encomio delle figure magiare, della serie di delfini di nuova creazione e dei servizi da tavola eseguiti nello stile tradizionale. In patria, la fabbrica ridiventa il centro delle visite di personaggi stranieri, come ai tempi della sua era «classica». La fabbrica mantiene durante la seconda guerra mondiale il suo livello artistico. Anche questo breve periodo, non privo di difficoltà, è caratterizzato dal collega­mento sobrio con gli stili e gli elementi strutturali puri, maturati durante il suo glorioso passato, e dalla continua ricerca del nuovo. Nel 1948 la fabbrica passa in mano allo stato. I suoi obiettivi artistici attuali sono: mantenete da un lato le forme e gli ornamenti tramandati dall’epoca di splendore dell'Europa e dell’Estremo Oriente, nonché le forme tipicamente magiare, svilup­patesi durante la storia della fabbrica, dall’altro lato — partendo dalle tradizioni classiche — offrire qualcosa di nuovo. I progettisti della fabbrica — tenendo conto della missione di Herend nel campo artistico — trasformano da una parte i pezzi di forma classica, adattandoli alle esigenze della nostra epoca, e cercano dall’altra parte di ripristinare gli stili delle epoche storiche passate. I servizi nuovi vengono decorati con motivi nuovi che si inseriscono armoniosamente nelle forme, e le cui radici provengono per lo più dagli antichi motivi magiari, ma espressi con una maggior ricchezza, oppure al contrario semplificati per fare un complesso organico con la linea nuova delle forme. A pro­posito della ricerca di vie nuove nell'arte del vasellame, merita di essere menzionato il servizio da tavola «Alla Cacciatora» («Vadász»), che — con le sue linee semplici le sue decorazioni con motivi di selvaggina, piante e frutta dei nostri boschi — evoca con particolare fascino l'ambiente silvestre, e non è da meno degli altri servizi tradizionali. Mentre il rispetto per le antiche tradizioni pone un limite alla pittura a mano e alla creazione di forme nuove nel campo dei servizi da tavola, l’arte della piccola pla­stica invece può fiorire liberamente, ma sia il suo contenuto emotivo, sia la sua espressione portano sempre il timbro locale, rispecchiano sempre la vita del popolo magiaro. 133

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