László Szederkényi: La partecipazione dei cristiani alla vita politica nell'epoca precostantiniana - Studia Theologica Budapestinensia 33. (2008)
IV. LA PARTECIPAZIONE DEI CRISTIANI ALLA VITA PUBBLICA DAL II. SECOLO FINO ALL'ETÁ DI COSTANTINO - 3. Il problema del culto pagano
Negli Atti dei mnrtiri scillitani i cristiani rifiutano la possibilité loro offerta di tornare al costume romano (Romanorum mos), cos! ricevano la pena più grave, la condanna a morte: "poiché hanno ostinamente respinto la possibilité loro offerta di tornare a vivere da romani, ven- gono condannati alia pena capitale179". La conversione al cristianesi- mo significava anche 1'abbandono di una tradizione politico-religiosa notevole che poteva non essere sempre facile per le persone apparte- nenti alio strato superiore. L'impero romano era considerato un pae- se sostenuto dagli dèi e il cristianesimo negava questo, perché predi- cava un'altra dottrina politica180. La Passione di Perpetua e Félicita racconta il rifiuto da parte dei martiri di indossare le vesti sacerdotali pagane: "Condotti alia porta, volevano costringerli a indossare, gli uomini Labito di sacerdoti di Saturno, le donne quello di inziate di Cerere, ma Perpetua, questa donna coraggiosa, vi s'oppose con forza incrollabile. Disse infatti: Sia- mo giunti al martirio spontaneamente, proprio perché la nostra liberté non venisse incatenata; abbiamo rinunciato alia nostra vita, proprio per non essere costretti a far cose simili: questo era il patto ehe avevamo concordato"181. Altrimenti ogni atto dell'idolatria sarebbe un modo d'offuscare quella liberté loro conquistata da Cristo. La folia anonima dice che praticamente l'attivité di Policarpo è molto sovversiva, perché insegna la proibizione dei culto tradizionale e in tal modo anche quella del compimento dei doveri politici: "È lui il maestro dell'Asia! Il padre dei cristiani! Lo sterminatore dei nostri dèi! Quello ehe insegna a tanti a non sacrificare e a non far atto di adorazione!"182. Nel Martirio di Massimo si legge che il proconsole lo esorta al sacrificio pagano ma Massimo lo rifiuta, perché vuole piuttosto salvare la sua anima: "lo non faccio sacrificio ad altri ehe a Dio solo, al quale sono lieto di aver sacrificato fin dalla mia infanzia. [...] salvero la mia vita se non sacrificherô; se invece farô sacrificio, la perderè"183. 179 Atti dei martiri scillitani 14. 180 Cfr. W. Eck, Das Eindringen des Christentums in den Senatorenstand bis zu Konstantin der Grosse, p. 405. 181 Passione di Perpetua e Félicita 18, 4-5. 182 Martirio di Policarpo 12, 2. 183 Martirio di Massimo 1, 10. 44