László Szederkényi: La partecipazione dei cristiani alla vita politica nell'epoca precostantiniana - Studia Theologica Budapestinensia 33. (2008)

IV. LA PARTECIPAZIONE DEI CRISTIANI ALLA VITA PUBBLICA DAL II. SECOLO FINO ALL'ETÁ DI COSTANTINO - 1. La presenza dei cristiani nelle classi sociali superiori

datori, ciabattini, lavandai e contadini più analfabeti (ehe accostano) sciocche donnette e ragazzi"82. Quindi non si tratta di una esortazio- ne puramente retorica, ma piuttosto indicava 1'atteggiamento di cri- stiani da lui conosciuti e il rango sociale politico, perché non ha capi­to il loro atteggiamento verso la vita pubblica83. Nel 258 il Senate stesso aveva chiesto all'imperatore disposizioni sull'atteggiamento verso i cristiani delle classi più elevate. Evidente- mente la maggioranza dei membri delle classi sociali superiori con- servavano le loro tradizioni religiose ed erano preoccupati della dif­fusione del cristianesimo anche tra i loro membri84 85. San Cipriano afferma in una delle sue lettere che durante la per- secuzione di Valeriano (258) 1'imperatore ordino punizione anche dei cristiani appartenenti alie classi sociali più elevate: "Con dicerie ven- gono fatte circolare notizie diverse e vaghe. I fatti, invece, stanno co- si: Valeriano ha inviato un rescritto al senato, ordinando ehe i vesco- vi, i presbiteri e i diaconi siano immediatamente messi a morte, inve­ce i senatori e gli uomini egregi e i cavalieri romani, perduti la loro posizione, siano anche spogliati dei loro béni e, qualora, perse le pro­prie ricchezze, perseverassero ad essere cristiani, siano anche messi a morte; ehe le matrone, una volta persi i beni, siano relegate in esilio; ehe i cesariani, poi, sia quelli ehe avevano confessato prima, sia quelli ehe avranno confessato ora, subiscano la confisca dei beni e siano in- viati in catene nelle porprietà di cesare dopo essere stati divisi"83. Co- munque questa lettera di Cipriano dimostra che in quest'epoca la presenza dei cristiani nei gradi alti della società e della pubblica am- ministrazione romana non era trascurabile. Secondo la tradizione dei diritto penale romano la punizione delle donne fu meno dura86. 82 Contra Celsum III, 55. Conteporaneamente ci sembra irragionevole 1'opinione di Celso, perché serive che la nuova religione affascinava solo "la gente senza giudizio, senza onore e affetta da stupidità e cioè solo schiavi, donnette e bambini" (Contra Celsum III, 44). 83 A. Di Berardino, Obiezione di coscienza e servizio civile, nella Chiesa precostantinicma, p. 115. 84 A. Di Berardino, Obiezione di coscienza e servizio civile nella Chiesa precostantiniana, p. 118. 85 Lettera 80, 1-2. 86 Cfr. II cristianesimo nelle leggi di Roma imperiale, (a cura di A. Barzanù), p. 134-135, nota 57. 60. 24

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