Erdő Péter (szerk.): Bűn és isteni irgalom mint a mai ember problémája - Studia Theologica Budapestinensia 30. (2002)

Prologo - Il peccato e la divina misericordia

PROLOGO Il peccato e la divina misericordia Eccellentissimo Signor Nunzio Apostolico, Chiarissimi Professori, Cari Ospiti, Signore e Signori, È un onore ed una gioia particolare di poter ospitare oggi la co- mune giornata di teológia deU'Università Cattolica Péter Pázmány e deU'Università déllé Scienze Babeg-Bolyai di Cluj. Non è la prima volta che si organizza un incontro di questo genere. Già nelTanno scorso, a Cluj, ha avuto luogo un simile convegno, l'argomento del quale era il rapporta tra Chiesa e Stato secondo la convinzione teolo- gica delle diverse confessioni cristiane. Abbiamo cercato insieme, quale sia il rapporta ideale tra queste grandi realtà, corne consideria- mo questo rapporto sotto l'aspetto teologico. Il risultato era una me- ravigliosa visione d'insieme, nella quale si articolavano chiaramente le visioni ortodosse, protestanti e cattoliche di rito latino e orientale. Credo ehe gli atti pubblicati e il grato ricordo di quel convegno ab- biano tuttoggi un effetto veramente positivo. Per la comune giornata di studio di quest'anno della Facoltà di Teo­lógia della nostra Université Cattolica e delle quattro Facoltà teologiche (Ortodossa, Protestante, Greco-Cattolica e Cattolica Latina) dell'Uni- versità Babe§-Bolyai è stato scelto, di comune accordo, un'altro argo- mento attuale: "II peccato e la divina misericordia". Questo problema ha infatti nell'intero mondo occidentale, e specialmente in Europa, una im- portanza straordinaria. L'attualità del terna discende dal fatto ehe la maggioranza della gente sembra aver perso il senso del peccato. Ci ri- cordiamo bene della classica definizione dei peccato ehe abbiamo cono- sciuto dal catechismo: "Commettere un peccato significa rifiutare co- scientemente e volontariamente l'obbedienza alla volontà di Dio, tra- sgredire consapevolmente e volontariamente i suoi comandamenti". II peccato è infatti un atto umano caratterizzato dalla sua relazione con Dio. Se non abbiamo un concetto di Dio, se non consideriamo gli atti delTuomo nella loro relazione con Dio, non possiamo utilizzare nem- meno la nozione dei peccato. In questo caso potremmo guardare il comportamento peccaminoso delTuomo, come lo fa oggidl Topinione pubblica in qualche parte, come una disfunzione di una macchina, di un apparecchio. Se Tapparecchio è guasto, si offrono spesso due possi­9

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