Folia Theologica 20. (2009)
Fehér Tivadar: Qohelet 5,17-19
66 FEHÉR, Tivadar beni materiali.29 Ma l'intenzione di Qo preferisce Tazione delTuomo, e non le cose terrestri. p7n - "porzione" è una parola cruciale per Qo, una chiave con cui "scioglie" in modo proprio il problema della vita. Nei versetti 1,3; 2,11.13; 3,9; 5,15 leggiamo ehe "non c'è vantaggio" - ]nn* dalla fatica dell'uomo. Il "vantaggio" ha il senso "profitto", una sfumatura commerciale. Qo, - per la spiegazione della sua intenzione, - sceglie il più ricco personaggio della storia ebraica. II re Salomone, nel primo e secondo capitolo (1,12-2,26), présenta per i lettori le sue opere: la ricchezza (2,4-9), la sua sapienza (1,16). Egli ha superato i tutti sovrani precedenti (1,16; 2,7). La conseguenza logica per un uomo del tempo di Qo sarebbe stata: "egli era beato in ogni modo". Ha realizzato Tideale della vita. Qo non vuole lasciare senza la risposta questi pensieri superficiali. Mette nella bocca dei re i suoi dubbi. La saggezza non riesce illuminare la fine della vita (2,15-16). Salomone con la sua grande sapienza finisce la sua esistenza come un'altra persona stolta. La sua enorme ricchezza erediterà un successore, di cui non si sa niente (2,18.21). Si perde tutto, e la fatica ehe si realizzava in queste opere sparisce nel buio della morte. "II profitto" - Jinn’, - avere una sicurezza materiale, spirituale, ehe dovrebbe assicurare la vita non esiste per 1'uomo in questo mondo. Qo ha distrutto il mito comune riguardo alia ricchezza, saggezza, ehe loro portano alla felicità, alla vicinanza di Dio (Pro 2,1-22; Sap 6,1- 25), e cerca un'altra risposta. Egli di nuovo paria attraverso la bocca di Salomone. Dopo le parole della disperanza, il re ha trovato Tunica cosa, ehe è restato per lui: essere contento nel suo cuore (2,10) a causa della sua fatica. Qo Timpegno umano chiama come "porzione" - p7n. Nella vita n on c'è un profitto, ma mentre l'uomo realizza le sue azioni, viene un godimento. "Cos! ho compreso ehe non c'è alcun bene per l'uomo se non che egli goda di quello ehe fa, perché solo questo gli è concesso" (3,22),30 Nel tempo di Qo, nella société tolemaica il valore delTuomo era sti- mato secondo i soldi. II desiderio di diventare ricco era forte. II successo e la sventura sollevava o umiliava il membro di tale comunità. Normalmente, solo una piccola parte degli uomini poteva radunare una ricchezza. 29 Cf. Qohelet, 123. 30 La Bibbia, Le edizioni San Paolo, 1997.