Folia Theologica 14. (2003)

Anton Fabian: Perché questo articolo sull'omelia e sulla narrazione?

PERCHE QUESTO ARTICOLO SULL'OMELIA 23 prassi7. Giovanni Paolo II insiste con forza su questo punto nell'esortazione apostolica Pastores dabo vobis: "Da parte nostra dobbiamo percio cercare di aprirci alia illumina- zione dello Spirito Santo, per scoprire gli orientamenti della società contemporanea, riconoscere i bisogni spirituali più profondi, deter­minare i compiti concreti più importanti, i metodi pastorali da adot- tare, e cosi rispondere in modo adeguato alie attese umane"8 L'esigenza di dare una risposta alla problematica delTomelia ci mette dinanzi anche alla questione riguardante la narrazione. I re­centi risultati nei vari ambiti, linguistico, biblico, filosofico, letterale, sulla narrativa, ci hanno offerto dati che ci consentono di vedere quest'ultima corne un elemento costitutivo delTomelia. In ambito teologico Tattenzione alla narrativa comincia a intensificarsi dopo la pubblicazione degli articoli di Metz e Weinrich nel 1973 in Conci­lium. La narrazione, infatti, si pone corne una struttura insopprimi- bile per la trasmissione della fede cristiana e non corne una sempli­ce appendice pedagogica e didattica per attirare Tattenzione. Possiamo dire ehe la prima dimensione in cui dobbiamo porci per esaminare il rapporto omelia - narrazione è quella kairologica. Vale senz'altro come quadro di riferimento complessivo la conside- razione della mutata relazione dell'uomo contemporaneo con il fatto reli­gioso e, più specificamente, con la realtà Chiesa, soprattutto nelle sue configurazioni storico-istituzionali e nel modo delTannuncio. Cio implica in primo luogo ehe Tomileta non puo più giustificar- si accusando i fedeli di edonismo, materialismo, pragmatismo, con- sumismo, ecc. quali cause di incomprensione liturgica. Spesso è lui, infatti, ehe non sa annunziare in modo giusto. L'immagine del mondo e della vita nella mente della gente è mutata rispetto ai seco- li passati. Occorre dunque saper leggere i segni dei tempi, discer- nerli e interpretarli. Se infatti il nostro tempo registra da una parte un'innegabile emarginazione del fatto religioso e cristiano, esso appare, dali'altra, attraversato anche da fermenti positivi. Dopo secoli di tragica sepa­7 Cf. J.B.METZ, La teológia politica in discussione, in Dibattito sulla teológia politica, Queriniana, Brescia 1974, p. 225. 8 GIOVANNI PAOLO II, Pastores dabo vobis, n. 5; AAS, LXXXIV (1992) p. 657-804.

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