Folia Theologica 12. (2001)
Salvatore Antonio Mele: Simbologia e teologia nella guarigione del cieco di Betsaida (Mc 8,22-26) e di Gerico (Mc 10,46-52) - Chiavi di lettura per la comprensione del vangelo di Marco
114 S. A. MELE La prima sezione (1,14-3,6) è concentrata intorno alla rivelazione dell'autorità di Gesù e vede in primo piano il rapporto tra Gesù e il Giudaismo e si conclude con la cecità degli avversari induriti ehe decidono di farlo morire (3,1-6): "E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire" (3,6). La seconda (3,7-6,6a) présenta Gesù ehe continua ad insegnare al po- polo ed a operare grandi miracoli tra lo stupore dei discepoli che si chie- dono: "Chi è dunque costui, al quale anche il venti e il mare obbedisco- no?" (4,41). Ma anche questa sezione termina con la delusione ancora più amara per l'incredulità dei suoi stessi connazionali (6,l-6a): "E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guari. E si meravigliava della loro incredulità" (6,5-6a). Infine, la terza sezione (6,6b-8,26) termina con la cecità e l'indurimento dei discepoli (8,14-21), la più grave se si considera il crescendo della loro associazione sempre più intima all'opera di Gesù (voca- zione dei primi quattro 1,16-20; istituzione dei Dodici: 3,13-19; invio in missione: 6,7-13). Il rimprovero di Gesù (8,17ss) rivolto ai discepoli di avere occhi e non vedere riguarda il fatto ehe loro devono capire, e anche se non è detto esplicitamente è chiaro ehe si tratta dell'identità di Gesù: “Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite?" (8,18a). La situazione sembra senza via di uscita. Se la narrazione si chiudesse a questo punto, dovremmo dire ehe la cecità delTuomo ha prevalso sulla rivelazione di Gesù. A questo punto segue la guarigione del cieco di Betsaida (8,22-26), dal chiaro significato simbolico: la cecità potrà essere vinta grazié a un intervento di Gesù; il riconoscimento dell'identità di Gesù è un dono di Dio, un miracolo della grazia. A questa guarigione fa seguito immediatamente e inaspettatamente, come un fulmine a ciel sereno, il riconoscimento che finalmente affiora suile labbra di Simon Pietro: "Tu sei il Messia" (8,27-30)13. 13 Interessante 1’articolo di E. Bosetti che legge il vangelo di Marco come un faticoso percorso dalla cecità (e non solo fisica) alia luce, un cammino per vedere: E. BOSETTI, “Un cammino per vedere”, Presbyteri 28 (1994) 62-71; 137-150.