Folia Theologica 9. (1998)
Mirjam Kovač: Ministero sacro e consigli evangelici
80 M. KOVAC sua Chiesa, facilmente si desume che la sua povertà sarà incentrata su un continuo discernimento su come usare i béni, i valori, le doti, le capacité per guidare la parte del Popolo di Dio a lui affidata verso la sua meta. Questo discernimento non puô rimanere solo a livello dello spirito del consiglio, in quanto porta alla partecipazione della forma di vita di Cristo ehe si è fatto povero per noi, per arricchirci con 1’amore del Padre. Tuttavia questa pratica non è intrapresa con nessun obbligo, espresso con un vincolo22. Adesso rivolgeremo l’attenzione anche a quelli ehe, prima di entrare nello stato clericale, entrano nello stato di vita consacrata - i religiosi chierici. Loro indubbiamente appartengono sia alio stato di vita consacrata ehe a quello clericale. Dal rito dell’ordinazione diaconale viene con- fermato cio ehe abbiamo detto poc’anzi: le promesse del celibato e dell’obbedienza dei chierici non fanno parte della consacrazione per i consigli evangelici, altrimenti i candidati religiosi non le farebbero, avendo già professato i voti rispettivi. Ma quale novità portano le due promesse? A questo punto dobbiamo fare una distinzione. La promessa del celibato non aggiunge niente al contenuto dell’obbligo personale, intrapreso con il voto di castità23. Il religioso continua ad impegnarsi perché con il suo modo di vita possa testimoniare l’amore di Cristo verso il Padre. Tuttavia il nuovo obbligo è distinto dal primo24: in quanto è l’espres- sione del carisma ministeriale, in qualche modo è legato anche alla missione stessa del ministro. Il celibato dei chierici, infatti, dovrebbe essere testimonianza dell’amore di Cristo verso il Padre, per cui si mise al servizio degli uomini e, divenendo il Pastore del Popolo di Dio, lo porta verso il Padre. Proprio a causa del legame del celibato, espresso con la promessa nell’ordinazione, col carisma ministeriale, questa promessa non cessa se il voto di castità viene sciolto. La promessa dell’obbedienza, invece, sembra portare delle novità al contenuto dell’obbligo, assunto con il voto religioso. Secondo il nuovo Pontificale Romano, un religioso promette l’obbedienza non solo al pro22 Se uno cercasse una promessa in cui sarebbe implicitamente incluso l’ob- bligo di praticare la povertà, la potrebbe trovare nella «professio propositi de suscipiendo munere», la prima promessa nella «promissio electorum» nella ordinazione diaconale. 23 Cf. G. GHIRLANDA, «De “promissione electorum” in ordinatione diaconali iuxta Pontificale Romanum anni 1990», Periodica 81 (1992) 231. 24 Cf. G. GHIRLANDA, «De “promissione electorum” in ordinatione diaconali iuxta Pontificale Romanum anni 1990», Periodica 81 (1992) 231.