Folia Theologica 8. (1997)

István Czakó: Abramo come paradigma del credente nel libro "Timore e tremore" di Soren Kierkegaard

ABRAMO COME PARADIGMA DEL CREDENTE 201 sua tesi, che è rimasta fondamentale per tutta la filosofia dell’esistenza: “La soggettività è la verità, la soggettività è la realtà.”10 La filosofia esistenziale di Kierkegaard, la quale viene costruita per mezzo delle sue categorie esistenziali (come p. e. angoscia, decisione, salto, ripresa, libertà), è inseparabilmente connessa con la sua vita personale, i suoi problemi filosofici sono radicalmente vissuti.11 Di questo fatto ogni pretesa di interpretazione deve incondizionatamente rendersi conto, questo dato di fatto présenta una chiave ermeneutica indispensabile per tutta la opera kierkegaardiana. 2. Il libro neiropera kierkegaardiana e la sua formazione Kierkegaard, facendo il bilancio della propria attività letteraria, la divide in due grandi classi12: la “comunicazione indiretta”, ehe abbraccia gli scritti pseudonimi, e la “comunicazione diretta”, ehe è rappresentata dal complesso degli “Scritti edificanti” e anche — possiamo aggiungere — dal grande Diario lasciato inedito e pubblicato postumo. Quello ehe è subito importante di rilevare è ehe Kierkegaard ha di proposito appaiato le due “comunicazioni” cosî ehe, ogni volta che usciva qualche pseudonimo, contemporaneamente usciva anche una serie di “Discorsi edificanti” col suo nome. Cosî anche nel 1843 al comparire di “Aut-aut” escono insieme i “Due discorsi edificanti” dedicati alla memoria del padre defunto; e alla pubblicazione dei brillanti13 saggi estetici del nostro “Timore e tremore” e “La ripresa” corrispondono ancora nello stesso giorno (16 ottobre 1843) i “Tre discorsi edificanti” e poi nel 6 dicembre i “Quattro discorsi edificanti”.14 Inoltre, le opere pseudonime possono 10 S. KIERKEGAARD, Postilla coclusiva non scientifîca aile Briciole di filosofia, 448. 11 “His philosophy, as it were, a lived philosophy. And one of his objections to Hegelianism is that one cannot live by it.” F. COPLESTON, A History of Philosophy vol. VII., 337. 12 Kierkegaard ha varie volte esaminato il piano dei propri scritti: specialmente in “Príma ed ultima spiegazione” del febbraio 1846 (appendice alla Postilla conclusi va non scientifîca), “La mia attività letteraria” del marzo 1849 e “Il punto di vista della mia attività di scrittore”, pubblicato postumo dal fratello Pietro nel 1859. 13 “From the aesthetic point of view Spren Kierkegaard accounted these two books the most perfect he ewer wrote...” W. LOWRIE, “Introduction” per l’edizione di Fear and Trembling, Princeton, 1941., XXVII. 14 C. FABRO, La "comunicazione della verità” nel pensiero di Kierkegaard in Studi kierkegaardiani Brescia, 1957., 127-163.

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