Folia Theologica 8. (1997)

Edoardo Barbieri: Panorama delle traduzioni bibliche in volgare prima del concilio di Trento (Parte I)

172 E. BARBIERI bibliche in senso stretto.8 E anche intorno a questo punto, si osserverà che, a una più attenta considerazione, il numero dei manoscritti pervenuti e quello delle edizioni realizzate fra Quattro e Cinquecento, è assai più ampio di quanto si credesse.9 Particolarmente illuminante rispetto a ciö ehe si sta dicendo è una lettera di Tommaso (in religione Paolo) Giustiniani. Il Giustiniani, fattosi camaldolese con l’amico Pietro Quirini, nel 1510 fu incaricato da papa Leone X di redigere un memoriale sulla riforma della Chiesa, il noto Libellus ad Leonem X.10 Lî, ma l’interesse del Giustiniani all’argomento è anche ben altrimenti documentabile, veniva sostenuta con decisione la necessità di un’adeguata versioné della Bibbia in lingua volgare.11 Scrivendo intorno al 1514 a Gerolamo Benivieni (sul quale si tornerà più avanti) Giustiniani si appellava alie consuetudini della Chiesa primitiva per rivendicare la necessità di un uso liturgico delle traduzioni in volgare della Sacra Scrittura: Onde ne la primitiva Ecclesia solo ad utilità dei populi, de le plebi (che non tutti saperno legere, non tutti havorno il tempo et i libri da vacare a la lection de la divina Scriptura) institurno che ne le chiesie le divine Scripture si legessero, si cantassero. In particolare se ne sosteneva la necessità non per fomentare discussioni teologiche tra il popolo, ma quale strumento di una più diretta e responsabile partecipazione dei fedeli ail 'opus divinum: la necessità della cosa constrigna a desiderare che ne le chiesie si cominciasse a leger le Scripture in quella lingua che fusse da’ 8 Si vuole cosî proporre una forma assai storicizzata di quella ehe è stata definita “Theorie der Rezeption” (si veda Teória della ricezione, a c. di R. C. HOLUB, Torino 1989). 9 Un primo elenco dei manoscritti, dopo alcuni tentativi precedenti, è ora fornito da L. LEONARDI, «Inventario dei manoscritti biblici italiani», in La Bible italienne, pp. 863-886; per le edizioni a stampa A. DEL COL, «Appunti per una indagine suile traduzioni in volgare della Bibbia nel Cinquecento italiano», in Libri, idee e sentimenti religiosi nel Cinquecento italiano, Ferrara-Modena 1987, pp. 165-188 e BARBIERI, Le Bibbie italiane, con la piccola precisazione di G. GARAVAGLIA, «Traduzioni bibliche a stampa fra Quattro e Cinquecento», in La Bible italienne, pp. 857-862: 861 n. 12. 10 Se ne veda la traduzione italiana proposta in Lettera al Papa. Paolo Giustiniani e Pietro Quirini a Leone X, a c. di G. BIANCHINI, Modena 1995. 11 Si veda BARBIERI, Le Bibbie italiane, I, pp. 163-165 e E. MASSA, L’eremo, la Bibbia e il Medioevo in umanisti veneti del primo Cinquecento, Napoli 1992.

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