Folia Theologica 8. (1997)
Edoardo Barbieri: Panorama delle traduzioni bibliche in volgare prima del concilio di Trento (Parte I)
170 E. BARBIERI Un problema di metodo: «Quidquid recipitur ad modum recipientis recipitur». Ancora oggi chi voglia avventurarsi a conoscere le antiche versioni della Bibbia in lingua di st non puö ehe partire da un giustamente celebre, ma inesorabilmente superato, saggio dei biblista Samuel Berger, che ormai più di un secolo fa proponeva un limitato ma puntuale esame del materiale tre-quattrocentesco.1 Pur non ignorando contributi successivi, si deve osservare una lunga e forse colpevole dimenticanza da parte degli studiosi:2 solo ora sembra affacciarsi la possibilità di un approccio sistematico al ricco materiale pervenuto.3 Risultando pero impossibile compiere un’opera di sintesi di ricerche ancora in gran parte da svolgere, ci si deve qui limitare ad affrontare solo taluni dei numerosi problemi legati al terna delle antiche traduzioni della Sacra Scrittura nei volgari italiani, privilegiando una strada ehe miri a esemplificare più che a dimostrare o definire. Si pone quindi anzitutto una questione di metodo. Gli unici contributi ehe hanno cercato di offrire un’analisi globale dei problema — lo studio di Berger, un fedele liformato, e quello dell’italiano Salvatore Minocchi, noto esponente dei modernismo4 — paiono oggi, a una analisi pacata, viziati dalla 1 S. BERGER, «La Bible italienne au Moyen Âge», in Romania, 23 (1894), pp. 358-431. 2 Tra gli studi successivi a Berger si ricordino almeno A. VACCARI, «Bibbia», in Enciclopedia ilaliana, VI, Roma 1949, pp. 879-918: 899-903; ID., «La lettura della Bibbia alla vigilia della Riforma protestante», in ID., Scritti di erudizione e di filológia, II, Roma 1958, pp. 367-390; G. DE POERCK, «Le Bible et l’activité traductice dans les pays romans avant 1300», in Grundriss der romanischen Literaturen des Mittelalters, VI/1, Heidelberg 1968, pp. 21-48 e VI/2, Heidelberg 1970, pp. 54-80; G. GASCA QUEIRAZZA, «Le traduzioni della Bibbia in volgare italiano anteriori al secolo XVI», in Actes du XIIIe Congrès inter, de linguistique et philologie romanes, II, Laval 1976, pp. 659-667. Sempre utili l’Introduzione di don Giuseppe De Luca al volume da lui curato Prosatori minori del Trecento. Scrittori di religione, Milano-Napoli 1954, pp. XI-XL e V. COLETTI, Parole dal pulpito, Casale Monferrato 1983. 3 Un progetto elaborato dall’École française de Rome e dalla Fondazione Franceschini sembra ora voler supplire a tale lacuna: dopo gli studi raçcolti in Bibles italiennes, a c. di J. DÀLARUN, inserito in Mélanges de l’École française de Rome. Moyen Age, 105 (1993), pp. 825-886, e il convegno «La Bibbia in italiano tra Medioevo e Rinascimento» (Firenze, 8-9 novembre 1996), si attende ora la pubblicazione di un repertorio dei volgarizzamenti biblici italiani. 4 Ci si riferisce all’importante contributo «Italiennes (versions) de la Bible», in Dictionnaire de la Bible, III, Paris 1903, coll. 1012-1038. Sull’autore si veda A. AGNOLETTI, Salvatore Minocchi: vita e opere (1869-1943), Brescia 1964.