Folia Theologica 7. (1996)

Ariel David Busso: Il patronato regio spagnolo e il suo influsso in America

PATRONATO SPAGNOLO 209 Ciô comporté che, in molti casi, questa complessa potestà invadesse 1’ambito della coscienza personale. II patrono (leggasi la Corona) lottava perché tre nemici dello Stato non fossero consentiti nel Regno: l’eresia, l’idolatria e ii peccato pubblico. Ecco perché esistevano leggi civili con ordini ai pubblici ministeri dei Tribunali che le facevano apparire più raccomandazioni ecclesiastiche ehe non leggi civili, se non fosse stato che prevedevano allô stesso tempo la pena civile corrispondente. Nel contenuto del Patronato esisteva il cosiddetto ius placeti regii o exequatur. In senso stretto era la nécessité dei consenso del Re perché avessero valore gli atti deli’autorité ecclesiastica, almeno nel foro esterno. Va detto che si trattö più di un abuso che di un contenuto reale dei privilegio conferito dai Papi. II proposito più retto di questo diritto era quello di verificare se le Bolle erano vere o false, anche se in realté pure quelle autentiche venivano trattenute alla dogana come se fossero contrabbando. E non passavano. Erano eccettuati dalla procedura del “lasciapassare” i Brevi e le Dispense ehe per il foro della coscienza erano emanati dalla Sacra Penitenzieria Apostolica, ma unicamente nei casi in cui non bastavano le facolté apostoliche delle autorité esistenti in Spagna o in America. Nell’ambito giudiziario In linea di principio la monarchia spagnola era rispettosa della giurisdizione ecclesiastica in questioni di processi. Filippo IV prescrive alle Reali Udienze: “Ordiniamo e comandiamo ehe procedano in questi casi rispettando la giurisdizione e l'immunità ecclesiastica, conformemente al diritto canonico, alle leggi e alle ordinanze reali".20 Tanto i Prelati quanto i Chierici godettero dei privilegio del foro. Tuttavia in entrambi i casi vi furono ingerenze difficili da giustificare. Durante i secoli della dominazione spagnola Arcivescovi e Vescovi comparvero innanzi alia giustizia secolare ehe correggeva, rimproverava e ordinava, dimenticando 1’esistenza dei privilegio21. 20 Raccolta di Leggi delle Indie, Legge 16, Tit. XXXI, L. II 21 II caso più famoso fu il Dispaccio Reale inviato da Filippo II al Vicerè di Lima, Marchese di Canete, con cui gli ordinava di chiamare 1'Arcivescovo, San Toribio de Mogrovejo per fargli capire "quale cosa indegna dei suo stato e della sua professione sia stata l'aver scritto a Roma una cosa simile". Le giustificazioni dei santo Arcivescovo fecero si ehe il Re riducesse il tutto a una ammonizione segreta davanti al Vicerè e a cm testimone.

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