Folia Theologica 5. (1994)
Rinaldo Bertolino: L'obiezione di coscienza nello Stato e nella Chiesa
L’OBIEZIONE DI COSCIENZA 49 A chi poi facesse osservare che manca tuttavia all’ordinamento canonico una norma esplicita, che regoli le obiezioni di coscienza, si puö agevol- mente rispondere, da un lato, che non è necessario in esso una norma sif- fatta, «ehe autorizzi la coscienza alla sua funzione. Essa sarebbe inutile, perché quella funzione non è fondata nella norma».58 Ma dall’altro ehe una tale previsione in realtà c’è già, non racchiusa in una regola legale, ma di taie valore istituzionale da essere una realtà ontologica, costitutiva dell’ordinamento: mi riferisco all’equità, la si voglia intendere come cri- terio interpretative della légalité canonica o, corne invece a me parrebbe più corretto, come vera fonte materiale, di rango costituzionale, del dirit- to ecclesiale, se la equità «nihil aliud est quam Deus». 8. Fondata sulla dignité naturale dell’uomo, nello Stato, e anche sulla sua dimensione escatologica, di uomo salvato, nella Chiesa, la liberté di cos- cienza e l’obiezione, ehe di essa è esercizio concreto, rientrano — con pretese di assolutezza e primarietà —, nella categoria giuridico-concettu- ale dei diritti fondamentali dell’uomo. La trasformazione dallo Stato di diritto alio Stato dei diritti ha avuto la sua consacrazione e configurazione giuridica definitiva mediante la cos- tituzionalizzazione di tali diritti negli Stati a democrazia pluralistica. Con essa i diritti umani sono stati posti su un fondamento più solido; in essa si sono finalmente trovati a convivere il tradizionale e formale principio della liberté con quello materiale di giustizia. Sembra superato lo smarrimento relativistico del razionalismo illuministico, ehe con lo Stato di legislazione liberale ha fondato quei diritti su mere regole formali, nel disancoramento dal loro ordine etico. Quanto emerge oggi «dal grande movimento di difesa e promozione dei diritti umani» è la consapevolezza del loro «carattere non disponibile», della «assolutezza déllé spettanze che vanno riconosciute all’uomo in quanto uomo».59 Non dovrebbe esserci più dubbio che l’obiezione di coscienza è un ’valore’: la sua fonte di giustificazione, prima storica e poi normativo-costitu- zionale, è la dottrina della preminenza dell’individuo sullo Stato; è fon- dandosi su di essa che l’obiezione conferma ehe «ogni cittadino, e percio 58 Cosî, esattamente, ancora G. Lo CASTRO, op. cit., p. 59. 59 F. D'AGOSTINO, Ripensare la laicità: l'apporto del diritto, in AA.VV., Ripensa- re la laicità. Il problema della laicità nella esperienza giuridica contemporanea, a cura di G. DALLA TORRE, Torino 1993, p. 50.