Folia Theologica 5. (1994)
Imre Kocsis: La fine della morte nel rinnovamento escatologico II.
176 I. KOCSIS dall’esistenza di Dio56. L’espressione ha dunque una connotazione simile ai termini della pericope precedente ((Jrôopoc v. 42; cmpioc, aatteveta v. 43; yv%r\ Çcûgoc v. 45a; %oikoç vv. 47-48), riceve inoltre una precisazione nello stesso versetto 50. II sostantivo r| pűopa „ciö ehe è corruttibile” indica ehe cosa intenda Paolo con „carne e sangue”57. Per conseguenza, il termine atjnlapmoc „incorruttibilità” corrisponde a ßaatÄeta beou. Nel versetto 51 S. Paolo annuncia un „mistero”. II sostantivo (iA)Gxr|piov è un termine caratteristico dei linguaggio apocalittico, in cui si riferisce al piano di Dio sulla storia. In ICor. 15,51 il termine designa un aspetto particolare dei disegno divino58. Secondo ICor. 13,2 è il carisma della „profezia” per mezzo del quale si conoscono i „misteri”. II „mistero” nel nostro versetto riguarda quindi, ad ogni probabilità, una rivelazione particolare ricevuta da un próféta cristiano che puo essere Paolo stesso59. II testo non stabilisée fin dove si estende il contenuto del mistero ricevuto. Dato che i vv. 51-52 contengono dei termini tipicamente apocalittici, è del tutto verosimile ehe il „mistero” sia quanto è anunciato in questi ver- setti. L’annuncio si riferisce ai fatti seguenti: 1) Non tutti i cristiani sperimenteranno la morte fisica ehe è espressa qui per la metafora „dormire” (KOtp.ri'ôriGop.e'ôa)60. Bisogna notare che il 56 Cfr. Sir. 14,18; 17,31. Per il terna vedi R. MEYER, oapÇ, TWNT VII, 115; A. SAND, Der Begriff „Fleisch" in den paulinischen Hauptbriefen, Regensburg 1967, 295. 57 Non sembra probabile la concezione di J. Jeremias che intende oupç Kai aijxa e rj (pi) ope/ in senso di parallelismo sintetico. La prima espressione designerebbe i viventi, la seconda i morti. J. JEREMIAS, „Flesh and Blood cannot inherit the Kingdom", in: Abba, Göttingen 1966, 298-307, 301. Ma il termine rj (pűopa si riferisce anche ai viventi come lo indicano i termini sinonimi to (pdapxov e xo Bvrytov nel v. 53. 58 II sostantivo pucrcripiov appare in questo senso anche in Rom. 11,25. Bisogna distinguere l'uso ristretto del termine dall'uso più largo e più abituale della let- teratura paolina. Per pucrcqpiov Paolo intende normalmente l'intero progetto salvifico di Dio sulla storia, progetto ehe dopo un periodo di nascondimento è stato manifestato e realizzato per Gesù Cristo (ICor. 2,1.7; Rom. 16,25; Col. 1, 26.27; 2,2; 4,3; Ef. 1,9; 3,3.4.9; 5,32; 6,19). Per l'uso della parola nell'apocalittica cfr. G BORNKAMM, puGxripiov, TWNT IV, 821-823. Per l'suo nel NT e nella letteratura paolina cfr. ibid., 823-831; R. PENNA, Il „Mysterion" paolino, Brescia 1978; U. VANNI, L'apocalisse, 71-72. 59 „Ecco vi dico un mistero" ha un significato simile alla formula introduttiva in ITes. 4,15: „Questo infatti vi diciamo ev Xoyiù Kupiou". 60 Per la metafora cfr. il capitolo II, Folia Theologica 5. (1994) 151-153.