Folia Theologica 3. (1992)
Imre Kocsis: La fine della morte nel rinnovamento escatologico I.
LA FINE DELLA MORTE 83 con la morte Dio eliminerà tutto ciö ehe è strettamente collegato con essa, vale a dire il dolore e il lutto. Che cosa è il significato della promessa di Is. 25,6-8? Con la descrizione del convito il próféta annuncia in maniera simbolica, ma profondamente espressiva, la convivenza escatologica, l’unione immediata e indisturbata fra Dio e i popoli. Con la promessa deU’eliminazione della morte viene dichiarata che quest’unione Stretta sarà continua, perché niente la disturbed e minaccerà. Il testo non précisa, in che cosa consisted la vittoria sulla morte. Della risurrezione, è vero, non si parla nella pericope. Ma proprio nella „Grande Apocalisse di Isaia”, cioè nel contesto del nostro testo, troviamo un brano innico (16,14-19), il cui ultimo versetto (16,19) afferma, per la prima volta nell’AT, la risurrezione degli individui11: Rivivranno i tuoi morti, risorgeranno i miei cadaveri. Si sveglieranno e si rallegreranno quanti dormono nella polvere. Perché la tua rugiada è rugiada di luce, e la terra delle ombre partorirà. Alonso-Schökel interpretando questo passo parla di „una specie di commento al capitolo 25,8”11 12. La risurrezione corne un parto della terra è l’evento contrario all’ inghiottimento connesso ail morte. „La terra divo- ratrice di uomini, carcere di polvere e dimora di ombre, si imprégna di una rugiada celeste e luminosa, torna ad essere terra-madre féconda che dà alla luce i suoi morti”13. Concludiamo la nostra breve analisi di Is. 25,6-8 con alcune affermazioni riassuntive. Il tema deU’inghiottimento-superamento della morte è stret- tamente collegato con quello del banchetto del regno di Dio, il quale simboleggia l’unione di vita intima con Dio. Il contesto del brano sugge- risce inoltre che l’eliminazione della morte coincida con la risurrezione. 11 II tema della risurrezione viene usato in senso metaforico in Os. 6,2 e Ez. 37,1-14 per esprimere la restaurazione del popolo eletto da parte di Dio. Is. 53,10-12 invece puô essere considerato come uno stadio preparativo per la fede nella risurrezione inividuale. 12 L. ALONSO-SCHÖKEL — J. L. SICRE DIAZ, I profeti, Roma 1984, 236-237. 13 Ibid., 237. Per un'analisi più dettagliata di Is. 26,19 cfr. C. MARCHESEL- LI-CASALE, Risorgeremo, ma come?, Bologna 1988,105-129.