Folia Theologica 2. (1991)

Csaba Ternyák: Abba' nel pensiero di Joachim Jeremias

60 Cs. TERNYÁK testi veterotestamentari, dove si trovano le testimonianze della paternità di Dio possono essere compresi come una certa preparazione alia rivela- zione sul Dio, suli'Abbà, portata da Gesù. Riguardo alle possibili implicazioni cristologiche di questo vocabolo, J. Jeremias è abbastanza riservato. Egli consente chiaramente con la tesi che esclude i titoli cristologici veri e propri dall’ambito del Gesù storico e segnala che ciö non significa in alcun modo riduzione cristologica.135 Ma bisogna sottolineare che “Gesù si è comportato come Figlio, e la filiazione divina, ehe si esprimeva in tal modo, obbliga ad attribuirgli tutti i tratti caratteristici di una personalità divina di Figlio”.136 Tuttavia J. Jeremias con il suo libro “Abbà" ha fatto un grande servizio all’esegesi ed alla teológia. Con la sua straordinaria conoscenza filologica ha mostrato indubbiamente la novità ed originalità âcXYAbbà di Gesù. Egli ha messo in evidenza ehe Gesù nella preghiera si è rivolto al Padre sempre in questo modo, e cosï ha allargato la strada, e ha aperto nuove prospettive per il lavoro teologico e per la vita spirituale. Abbà è una parola che non si puö comprendere senza il suo corrispondente: Figlio mio. Essi sono due concetti strettamente connessi che si presuppon- gono a vicenda. La relazione reciproca tra Gesù e il Padre è caratteristica per la loro unità: “Tutto mi è stato dato dal Padre mio: nessuno conosce il Figlio se non il Padre e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo” (Mt 11,27). Dunque Y Abbà è un termine “reciproco”. Abbà non lo puö dire nessun altro, soltanto il Figlio - “e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo” (Mt 11, 27; cf. Rom 8, 15; Gai 4, 6) - corne neanche “Figlio mio” non puö dirlo nessuno, soltanto il Padre, Y Abbà. 135 J. JEREMIAS, Teológia, 285-286. 136 GALOT, Chi sei tu, o Cristo? 113.

Next

/
Thumbnails
Contents