Folia Theologica et Canonica 7. 29/21 (2018)

Sacra theologia

COME AIUTARE NELLA CONFESSIONE CON L’EMPOWERMENT...141 Potrebbero realizzare questi comportamenti anche i confessori maturando nelFempatia, oppure praticando questi comportamenti possono diventare anco­ra piü empatici? 1. II confessore empatico dovrebbe diventare sempre piü onesto nel senso come lo descrive Ciaramicoli. Dovrebbe vedere, cioé conoscere bene sé stesso, e cercare di fare altrettanto con la persona ehe vuole confessarsi, con il massi­­mo rispetto verso il penitente. II confessore con il rispetto esprime ehe la ve­rita assoluta sopra il penitente (anche sopra sé stesso) sta nelle mani di Dio, perché ogni persona é un mistero e lo scopo della confessione non é la conos­­cenza della veritä assoluta sopra il penitente, ma neanche la pronuncia di qualche giudizio. Infatti il confessore deve essere molto delicato nel pronun­­ciare giudizi senza pretendere di dare un giudizio definitivo. 2. Il confessore empatico dovrebbe diventare umile: infatti sa ehe il compito di diventare un eristiano piü bravo e buono spetta non soltanto al penitente, ma sopratutto a lui stesso. Il confessore puó imparare dalia prospettiva del peni­tente, ascoltarlo attentamente, controllare i suoi sentimenti e trovare un equi­­librio tra le emozioni e la ragione, senza dover negare il suo ruolo importante e necessario di confessore responsabile e serio. Ciaramicoli suggerisce per la pratica dell’umilta le preghiere e la considerazione della propria mortalitä: la storia del mondo andrä avanti anche senza di női, ma finché siamo nel mondo dobbiamo cercare di trasformarlo in un posto migliore, quindi la vita spirituale del penitente pud svilupparsi anche senza il confessore, ma finché lui si rivolge al confessore, costui deve fare tutto il possibile per aiutarlo in questo suo sviluppo84. 3. Il confessore empatico puo praticare Vaccettazione deli’altra persona. Pot­­rebbe imparare ad accettare sé stesso, anzi amare sé stesso, perché in questo amore di sé esiste anche la grazia di trascendere da sé stesso, cioé rompere il muro ehe ci separa dagli altri secondo il jesuita Wilkie Au, citato da Ciarami­coli85. Padre Cencini sottolinea ehe il confessore “anche lui é penitente, né piü, né menő di lui. Anzi, a volte anche di piü”86. Se il confessore accetta sé stesso come un penitente, come un bisognoso della misericordia di Dio, álló­ra 1’accettazione ehe pratica verso il penitente puö arrivare ad un livello di partecipazione alle sue sofferenze per cui potrebbe dichiarare: “Ti perdona Dió, ma ti perdono anch'io”87 e cosi il penitente potrebbe lasciare tranquilla-84 Or. ibid., 176-177. 85 Cfr. ibid., 186. 86 Cencini, A, Essere strumenti di perdono, perché női per primi l'abbiamo ottenuto da Dio (MV 14), 118. 87 Ibid., 118.

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