Folia Theologica et Canonica 6. 28/20 (2017)

SACRA THEOLOGIA - Géza Kuminetz, La conoscenza delle norme del diritto naturale e il valore teologico della teoria del diritto naturale nella filosofia del diritto di Sándor Horváth O. P

30 GÉZA KUMINETZ 3. Il rapporto tra il diritto naturale e la rivelazione In molti libri cattolici, in cui si parla dal diritto naturale, si può leggere la costa­tazione che il diritto naturale ha due fonti: la ragione naturale e la rivelazione divina - afferma J. David.17 Ci si pone la domanda, come è possibile se il diritto naturale come diritto può essere conosciuto solamente dalla natura e attraverso la facoltà conoscitiva e può essere dedotto dalle riflessioni e esperienze naturali acquistato in questo modo. David dà tre punti d'appoggio per illuminare il rap­porto tra la Bibbia e il diritto naturale. 1) Nella Bibbia si può dimostrare senza dubbio una presenza di un specie del diritto naturale che si può conoscere e se­guire anche senza la conoscenza della rivelazione. Sopratutto la lettera di San Paolo ai Romani (Rm 1-2 f.) contiene i pensieri a tale riguardo. Secondo questo la ragione naturale umana a partire dalla coscienza anche senza la rivelazione è capace a riconoscere e seguire i pricipi fondamentali del diritto naturale. Ques­ti principi sono determinativi e ricevuti la convalidazione anche mediante la ri­velazione dato che l"autorità di Dio eleva la loro forza obbligatoria. 2) Richia­mando a un gran numero degli esegeti e teologi dà David voce al pensiero che gli obblighi naturali presenti nella Bibbia sono in stretto rapporto con le leggi morali e giuridiche dei popoli, per di più nei testi rivelati sono presenti perché sono stati tolti da fonti atee da parte degli scrittori (gruppi di scrittori). Alcuni di essi, quindi, affermano per conseguenza, che gli obblighi morali fondamen­tali presenti nella Bibbia non sono neanche rivelati (quindi possiamo appren­derli non solo mediante questa via), ma sono stati tolti dal diritto naturale e de­vono essere interpretati secondo le regole del diritto naturale. 3) Al giuridico credente la Bibbia dà dei punti di appoggio. Lei non insegna in un modo decisi­vo ed enunciativo il diritto naturale, si concentra invece su un idea di figura deH’uomo, come la condizione preliminare dei suoi stessi dichiarazioni. Ciò in­vece pone dei limiti al diritto naturale. La rivelazione biblica presuppone che l’uomo non è soltanto un essere biologico, ma ha in sé una responsabilità ed una misura più alta della sua esistenza. Presuppone in seguito, che l’uomo non è solo corpo, ma anche anima e spirito, e per questo viene distinto radicalmente dagli animali e da ogni altro vivente. Il giuridico credente del diritto naturale si orienta secondo questa visione di uomo. Anche per Sándor Horváth è accettabile l’affermazione, che il diritto natura­le ha due fonti. Tra questi lui vede un rapporto molto stretto. Questo risulta an­che dal fatto che le sue ricerche si concentano sostanzialmente soltanto sui dieci Comandamenti. Secondo lui "tutti i Dieci Comandamenti esprimono le leggi della natura e quindi il diritto naturale”.18 Con ciò egli afferma che la ragione 17 David, J., Das Naturrecht in Krise und Läuterung, Eine kritische Neubesinnung, Köln 1967. 29-32. 18 Horváth, S., A Természetjog, 228.

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