Folia Theologica et Canonica, Supplementum (2016)

Péter Erdő, La questione della lingua dei fedeli nella costituzione 9 del Concilio Lateranense IV alla luce dei commenti dei canonisti

20 PÉTER ERDŐ Molti altri fanno menzione soltanto della diversità dei riti21. In un codice si parla espressamente della lingua nella rubrica dicendo “De officiis diuersarum linguarum celebrandis”22. Tale riassunto però sembra restringere troppo il senso della Costituzione la quale parla anche dell'insegnamento dei fedeli e dell'am- ministrazione dei sacramenti che può significare più del rito liturgico. Comunque, anche questa rubrica sembra tener presente le comunità di cristiani orientali che avevano il proprio rito ed anche la propria lingua di celebrazione. 2. La spiegazione della Costituzione Lateranense nelle opere dei canonisti Poco dopo il Concilio, i canonisti cominciavano a glossare le sue costituzioni23. Anche i loro commenti gettano luce alla comprensione del testo tra i contempo­ranei. Giovanni Teutonico nel suo Apparato osserva che i vescovi devono anche pagare i sacerdoti da loro nominati per la cura pastorale dei diversi grup­pi24. Poi si occupa della natura della potestà del vicario che viene eventualmente nominato per una tale comunità dicendo che esso ha potestà ordinaria e non delegata25. L'autore presuppone che questo vicario sarà un vescovo consacra­to2'’. Tale vescovo aveva quindi una posizione del tutto analoga al vescovo ausiliare nominato vicario episcopale secondo il diritto canonico vigente27. Vincenzo Ispano ribadisce ugualmente che i sacerdoti incaricati per i diversi gruppi dei fedeli devono esser pagati dal vescovo28. Mette pure in rilievo l’impossibilità di avere due vescovi come capi della stessa diocesi, ma riconosce la possibilità di dividere in due sia le parrocchie che le diocesi o gli altri benefici facendo dalla circoscrizione preesistente due realtà29. Questo 21 García y García, A. (ed.), Costitutiones Concilii, 143. 22 Roma, Archivio della Basilica Lateranense, MS A.70 fol. 37r-43v; cf. García y García, A. (ed.), Costitutiones Concilii, 143. 23 Cf. García y García, A., “The Fourth Lateran Council and the Canonists”, in Hartmann, W. - Pennington, K. (ed.), The History of Medieval Canon Law in the Classical Period, 1140-1234: From Gratian to the Decretals of Pope Gregory IX, Washington, D.C. 2008. 367-378. 24 Ioannes Teutonicus, Apparatus in Concilium quartum Lateranense ad c. 9 v. Quoniam (...) prouideant uiros idoneos: García y García, A. (ed.), Costitutiones Concilii, 201 (“suis expen­sis”). 25 Ibidem ad c. 9 v. constituat sibi uicarium in predictis: García y García, A. (ed.), Costitutiones Concilii, 202. 26 Ibidem (“Set a quo consecrabitur iste episcopus?”). 27 Vedi già von Hefele, K.-J. - Leclercq, H., Histoire des Condies, 1339, nt. 2. 28 Vincentius Hispanus, Apparatus in Concilium quartum Lateranense ad c. 9 v. prouideant uiros idoneos: García y García, A. (ed.), Costitutiones Concilii, 303 (“in expensis episcopi”). 28 Ibidem ad c. 9 v. unum corpus: García y García, A. (ed.), Costitutiones Concilii, 303 (“Istud determinat totum. Non enim est dubium quin una parochia diuidi possit in duas et unus episco­patus in duos et una prebenda in duas ut de cetero non sit una, quia illud prohibetur in Turonensi concilio, supra de prebend. Maioribus lib. i. [1 Comp. 3.5.10; X 3.5.8], Possunt autem diuidi, ut sint due de cetero sicut fundus, ff. commun. predior. Si quis duas § i. [Dig. 8.4.6.1]”).

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