Folia Theologica et Canonica 5. 27/19 (2016)

SACRA THEOLOGIA - Krisztián Vincze, L’io di fronte all’Assoluto - Lo spirito dell ’uomo tra disperazione e Dio

L’IO DI FRONTE ALL’ASSOLUTO... 63 oologia e con sottili sfumature. Un gruppo dei personaggi vede la felicità uma­na nella felicità voluttuosa e la loro modalità di vita si chiama vita o sfera este­tica. L’altro gruppo cerca la felicità prima di tutto in rapporti leali e zelanti, nel lavoro volenteroso. I membri di questo gruppo appartengono alla modalità esis­tenziale etica. Tra i personaggi della sfera estetica si trova per esempio anche i poeti melancolici che a volte hanno momenti estatici, ma non possono contare su felicità durevole. A causa di questo loro hanno la tendenza di ritirarsi, di rie­vocare i momenti felici passati con lo scopo di riprodurre il passato o addirittu­ra con lo scopo di falsare il passato tramite la fantasia poetica. Alla fine però la vita in questa modalità si mostra vuota e priva di senso. Un problema infatti è che la felicità voluttuosa isola la persona dalle altre persone, e dopo l’estasia sperimentata rimane soltanto la noia che in una forma sempre più forte rende totalmente impossibile la felicità sospirata. Quelli che stanno, che vivono nella sfera etica, stanno più vicino ai loro desi­derio di essere felice permanentemente. Loro vivono in matrimoni leali, in ami­cizie stabili, loro si rallegrano del loro lavoro. In questa sfera la felicità non è fragile e volatile come nella sfera estetica, ma la è più prevedibile. I membri di questa sfera non trattano gli altri come strumenti o giocattoli per intendimenti egoistici, ma investono sincerità e impegno nei loro rapporti, e inoltre vedono gli altri come parigradi. Nella sfera estetica, questo è il radicale contrasto in commisurazione alla modalità etica, l’uomo si comporta come un parassita! Nella sfera etica della filosofia di Kierkegaard l’uomo sceglie se stesso nel sen­so che è capace di dare se stesso, è capace di essere leale, è capace di vedere nell’altro una persona parigrada. Naturalmente anche in questa modalità della vita rimangono, sono presenti i bisogni sensuali, quindi la sfera della sensualità umana come elemento costitutivo dell’esistenza dell’uomo rimane, ma tutti questi vengono subordinati alla categoria della differenza tra bene e male. Colui che nella modalità etica sceglie se stesso, sceglie propriamente come base della sua vita la differenza tra bene e male, ogni altro atto sarà soltanto secondario! Si può dire che in questa modalità della vita l’uomo può esercitare la propria li­bertà dato che nello specchio del bene e del male l’uomo plasma se stesso, de­cide di essere realizzato da sé stesso. Evidentemente questa sfera di vita ha un valore superiore alla sfera estetica, perché nella sfera estetica tutto era edificato su eventi contingenti, su “felicità” che sono volatili e fragili. L’uomo della sfera etica, però, edifica la sua vita su un fondamento saldo e costante, sulla dif­ferenza stabilitala tra il bene e il male. Tuttavia alla fine dell’analisi di questa sfera della vita, alla fine della rappresentazione kierkegaardiana della vita etica, si può constatare che neanche in questa modalità esistenziale viene garantita la felicità desiderata dall’uomo. Anche nella modalità etica ci sono delle minaccie che ombreggiano i rapporti equilibrati dell’uomo verso gli altri, ci sono degli os­tacoli che fanno impossibile la formazione dell’io stabile dell’uomo. In questo contesto si appare il terzo livello, la terza modalità esistenziale, quella religiosa.

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