Folia Theologica et Canonica 5. 27/19 (2016)

SACRA THEOLOGIA - Krisztián Vincze, L’io di fronte all’Assoluto - Lo spirito dell ’uomo tra disperazione e Dio

64 KRISZTIÁN VINCZE 2. Lo stadio religioso Johannes Climacus (uno dei nomi fittizi nel libro Briciole di filosofia e nel libro Postilla conclusiva) è colui che, non essendo cristiano, si informa sul cristiane­simo perché lui si desidera una vita che ha vero senso. Climacus sente cha la re­ligione cristiana promette felicità eterna per coloro che credono. Ma che cosa significa esattamente l'accettazione della vita cristiana per il credente, in che cosa si nasconde veramente la peculiarità della vita cristiana? Kierkegaard sviluppa a questo punto la sua idea precipua. L'uomo è a suo detto un ente che da diversi punti di vista è in mezzo, così fra l’altro è capace di ricollegare ciò che è eterno e temporale. Per esempio la vita di Cristo è un fatto storico, però, non solamente un evento passato, ma ben più un evento il cui significato, il cui contenuto possiamo tirare nella nostra propria vita. Se io sostengo di un evento che è successo per un modo o per un altro modo, allora io divengo interessato profondamente in questo evento, io faccio me stesso un partecipante dell’even­to in questione. In secondo luogo per la verità delle mie proposizioni, delle mie affermazioni, mi assumo la responsabilità. Infatti se qualcosa è accaduto nel passato, e se io accetto e approvo questo accaduto evento, allora il significato di questo evento sormonta il tempo e avrà un significato a-temporale. Il cristiane­simo ha in questo modo una validità eterna, perché la vita vissuta di Cristo, il suo essere presente tra di noi durante la sua vita terrena riceve un significato eterno e possiede una validità atemporale. Secondo Kierkegaard così l’uomo cristiano vive simultaneamente con Cristo. Non simultaneamente nel senso temporale, ma piuttosto nel senso che il foco della vita dell’uomo cristiano, dal quale l'uomo interpreta e illumina la sua propria vita, è la persona di Cristo. Così sarà la persona del Redentore presente nella vita del cristiano, e diviene l'elemento più decisivo nella vita personale del credente. Della fede cristiana si pensa molto spesso che la sua essenza sia una certa collezione degli articoli di fede che deve essere creduta. Gli articoli della fede apparirono per la mediazione dell'autorità, sono obiettivi e obbligatori per tutti. Certamente esiste questa dimensione della fede cristiana, ma Kierkegaard sot­tolinea che la fede cristiana non è per imparare tramite l’apprendimento razio­nale. I processi secci e rigorosi della razionalità umana non possono cogliere l’intimità e la sostanza interna della fede cristiana.4 Si coglie l’essenza della fede 4 Kierkegaard rimostra conro più concetti di fede. A) Il credente crede a causa di una conoscenza superiore alla razionalità, crede tramite la mediazione dell’autorità che trasmette una conoscen­za illuminante e soppranaturale. B) Secondo Hegel, al contrario, è la fede che è inferiore alla co­noscenza (razionale), e questo significa cha la fede deve essere elevata sul livello della conos­cenza. C) La fede non è altro che l’accettazione formale degli articoli della fede. (Naturalmente la fede per Kierkegaard non può essere evidenza logica e non è neanche dimostrabilità empiri­ca.); I. Czakó, I., Sörén Kierkegaard hitkoncepciója a fundamental teológia tükrében (Concetto

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