Folia Theologica et Canonica 5. 27/19 (2016)

SACRA THEOLOGIA - Krisztián Vincze, L’io di fronte all’Assoluto - Lo spirito dell ’uomo tra disperazione e Dio

62 KRISZTIÁN VINCZE trascorrere l'esistenza umana per mezzo del metodo maieutico. Lui sottolinea infatti che l’uomo ha un'esistenza concreta storica, che la persona umana è uni­ca e inconfondibile, e vede ancora nel centro anche il desiderio profondo dell’uomo per volere raggiungere la verità dell’esistenza umana. Proprio per questo motivo la maggior parte dei suoi libri era publicata sotto nome fittizio. Tramite gli pseudonomi Kierkegaard era capace di porgere pecu­liari pensieri, poteva creare ottiche specifiche nei protagonisti dei suoi libri. Questi scritti sono molto attraenti per i lettori che molto spesso vengono trasci­nati dai testi suggestivi di Kierkegaard. Il pensatore danese parla identificando­si con diverse persone per poter visualizzare autenticamente i possibili modi di vita ritrattando i strati profondi psichici dei protagonisti dei suoi libri.3 Leg­gendo i suoi libri si vede che i protagonisti parlano molto spesso in prima per­sona come per esempio Johannes, il seduttore, o Wilhelm, il giudice, nel libro Aut-Aut. 1. Lo stadio estetico e lo stadio etico Dietro le quinte nei suoi lavori Kierkegaard pone sempre la domanda: Come, per mezzo di che cosa si può diventare felice? La risposta data a questa doman­da è ciò che fa personale la nostra vita siccome noi siamo diversi in base delle nostre concezioni personali della felicità. La vita e il mondo offrono diverse proposte che promettono felicità e noi siamo diversi negli atti del scegliere tra queste proposte. Nella ricerca della felicità si sviluppa l’idea dei tre stadi della vita (le tre modalità esistenziali) nella filosofia di Kierkegaard. Il libro Aut-aut visualizza due modalità della vita che vengono rappresentate in profonda psi-3 “(•■■) a Socratic or maieutic art Kierkegaard practiced with great originality and subtlety in his writings (...) the communication must be made in such a way as to elicit in the recipient a ‘dou­ble reflection’ in which the content of the communication is related to his/her own existence (...) The goal of the indirect communication is to set the recipient free ‘to go his own way’ with respect to entering into a subjective relation to ethical-religious truth and appropriating it in­wardly.” Walsh, S., Kierkegaard’s Theology, in Lippitt, J. - Pattison, G. (ed.), The Oxford Handbook of Kierkegaard, 292-308, 294. Per leggere i libri di Sörén Kierkegaard si ha bisogno di apertura, pazienza e cautela a causa del­la pseudonimità. Se il lettore ha queste disponibilità a lui si apre un mondo molto ricco in cui i diversi personaggi, i protagonisti dei libri di Kierkegaard mostrano se stessi in una psicologia molto profonda, mostrano i loro diversi caratteri, le loro varie mentalità, i loro pensieri o appun­to il loro silenzio espressivo. Queste persone sono ritrattate da Kierkegaard in modo assoluta­­mente peculiare, e questo metodo di rappresentazione offre ai lettori la necessità di riconoscere la responsabilità personale nella conduzione della propria vita. Vincze, K., A keresztény hit, mint szenvedély. Kétszáz éve született Sörén Kierkegaard (La fede Christiana come passione. Sörén Kierkegaard nacque 200 anni fa), in Athanasiana 37 (2013) 168-173, 172.

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