Folia Theologica et Canonica 4. 26/18 (2015)
SACRA THEOLOGIA - Izsák Török, Come poter aiutare meglio i nostri pazienti credenti. Illustrazione tramite due casi
COME POTER AIUTARE MEGLIO I NOSTRI PAZIENTI CREDENTI... 95 sione con la madre, perché in tutto decideva lei. Fabrizia ha imparato dopo tanti anni che il padre, per un’incidente stradale’ da lui causato, era stato in carcere per alcuni mesi, ma la madre negava il fatto davanti alle figlie. Fabrizia aveva una sorella maggiore che ora è all’estero, ma era sempre lei la preferita dai genitori. La sorella, dopo aver deciso di lasciare il paese, aveva costretto Fabrizia a comprare la sua casa con un debito bancario, per questo “non sopporto mia sorella perché mi ha fregato!”. Però la visita spesso in Portogallo, è la madrina della sua figlia. Fabrizia ricorda che voleva conquistare l’attenzione del padre e in questo considerava sua sorella una rivale: “ho scoperto che mia sorella era bella, io invece brutta (...) poi dopo la mamma mi raccontava che quando era incinta di me, voleva abortire, perché invece di una femmina desideravano un maschietto, ma mio padre la convinse di non fare l’aborto”. Fabrizia mostra lo stesso comportamento ambiguo verso i suoi genitori: li maledice, ma passa molto tempo con loro - la casa dei genitori si trova a 200 metri di distanza da casa sua-, mangia e dorme con loro molte volte: “se li abbandonassi, mi sentirei sola, alla fine (... ) chi mi rimane” Dopo alcune sedute Fabrizia ha parlato dei suoi problemi personali ed ha tralasciato le sue difficoltà in campo religioso: la attraeva il ’vuoto’ e voleva suicidarsi più volte, ma non aveva mai il coraggio di farlo. Spesso usava delle droghe, degli alcoolici: “una notte non riuscivo a dormire e andai in una bottega aperta e ho comprato una bottiglia di vodka e l’ho bevuta tutta intera”? conviveva, ma spesso cambiava partner, circa uno ogni mese? se si arrabbiava, picchiava la sua testa contro il muro. IV. Una TERAPIA POSSIBILE PER UNA PERSONA BORDERLINE Dopo circa la decima seduta mi chiese che’non comportartassi da psicologo’. Ho scoperto che mi idealizzava. Mi raccontava che è sempre innamorata di qualche persona, ma questo innamoramento non dura tanto (infatti ho scoperto che lei aveva con se sempre 3-4 cellulari). Porta nella sua casa persone che “sembrano abbandonate, che non le vuole nessuno e io le ospito”. Si innamorava specialmente ’di ragazzi cattivi’, ma anche di uomini molto più anziani di lei, come p.e. del suo datore di lavoro, del suo ex-capo, del suo ex-professore universitario con cui fu fidanzata per alcuni anni. Ho chiesto un’altra volta di poter fare i tests con lei, ma rifiutava, dicendo che “io sto bene, non ho problemi”. A me già allora sembrava un caso di borderline, però mi mancava la conferma dei tests, che lei rifiutava sempre. Una volta mi disse in maniera argomentativa: “se sei un bravo psicologo, mi potresti dire anche la diagnosi!”. Per sua insistenza le avevo fatto una mia possibile diagnosi e lei sosteneva che già le avevano fatto la stessa diagnosi anni fa, ma non la accettava, per lei erano