Folia Theologica et Canonica 4. 26/18 (2015)

SACRA THEOLOGIA - Izsák Török, Come poter aiutare meglio i nostri pazienti credenti. Illustrazione tramite due casi

COME POTER AIUTARE MEGLIO I NOSTRI PAZIENTI CREDENTI... 93 ridurre l'ansia, si fanno spesso rituali mentali (analizzando troppe volte le si­tuazioni dubbiose e ripetendo frasi come 'Dio è buono’)”4. L’autore usa parecchie techniche per combattere l’ossessività-compulsività: una di queste è ’l’esposizione immaginaria alla stessa situazione ossessiva- compulsiva, senza scappare via o usare rituali abituali. Secondo l’autore la te­rapia aiuta il paziente “a praticare la religione in maniera sana e fedele al fine di poter stare più vicini a Dio”5. E incoraggiante il possibile cambiamento nei pen­sieri su Dio dopo la terapia: cresce la fiducia in Dio; se Dio vede e conosce tut to, allora sa anche che le ossessioni non sono volute dal paziente; se Dio capis­ce tutto, allora capirà anche che nel caso dei pensieri ossessivi inaccettabili non si deve subito confessarsi, pregare e ritualizzare; dopo la terapia si conquistrà una fede più forte in un Dio comprensibile; si capirà anche che Dio non è ven­dicativo e non aspetta il momento per punire il paziente appena sbaglia, anzi, Dio è Colui che ama e perdona6. Usando nella cura terapeutica delle techniche cognitive-behavouristiche descritte dall'autore nella prima fase, venivano più manifeste altre difficoltà os- sessive-compulsive del passato di Filomena: il lavaggio esagerato dei piedi; collegava ogni vestito a qualche sentimento, impiegava tanto tempo per decide­re come vestirsi,convinta che se avesse indossato un determinato vestito, quello le avrebbe causato un disagio o una sfortuna; qualunque viaggio le procurava ansia; evitava posti come cimiteri ed ospedali per paura che suscitassero pen­sieri di malattia e di morte; aveva paura ad ascoltare notizie di tipo catastrofico temendo che si ripetessero un’altra volta; paura di vedere film violenti; paura di non riuscire a controllare la sua rabbia, specialmente nei confronti della madre; mania per l’ordine e la pulizia sulla tavola - il bicchiere da lei stessa usato do­veva essere lavato prima di essere riutilizzato da lei -; se il cibo non era pre­parato dalla madre, non lo mangiava, dunque difficoltà a consumare cibo fuori casa; controllo continuo delle serrature etc. Durante la terapia venivano fuori anche ossessioni di tipo religioso: preoccupazione su dove poteva finire suo nonno che non era credente, forse nell'inferno? Dopo 6 mesi di cura Filomena stava migliorando, p.e. mangiava un gelato con il suo ragazzo fuori casa, in un bar; guidava la macchina - anche se era pre­sente qualcuno con lei; se le veniva il panico, respirava profondamente e non prendeva subito un farmaco per calmarsi. Ormai è in terapia con me da due an­ni. Ciò che è sorprendente è che, dopo aver sviluppato una fiducia nei miei confronti e diverse transferenze, migliorava anche nella sua sfera religiosa. Fi­lomena non usava più la confessione come un calmante contro le ossessioni e compulsioni; non aveva problemi nell’accostarsi all’Eucarestia; nel pregare, 4 Cfr. Abramowitz, J. S., Getting over OCD, 29. 5 Abramowitz, J. S., Getting over OCD, 200. 6 Abramowitz, J. S., Getting over OCD, 200-201.

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