Folia Theologica et Canonica 4. 26/18 (2015)

IUS CANONICUM - Nicolás Alvarez de las Asturias, 11 Codice di Diritto Canonico di 1983: sua storia e nella storia (Considerationi al margine sulla quaestio del contributo del Diritto Canonico alla vita della Chiesa)

IL CODICE DI DIRITTO CANONICO DI 1983: SUA STORIA E NELLA STRORIA... 247 e che, quindi, determina le relazioni che devono intercorrere fra le chiese particolari e quella universale, e fra la collegialità e il primato; la dottrina, inoltre, per la quale tut­ti i membri del popolo di Dio, nel modo proprio a ciascuno, sono partecipi del triplice ufficio di Cristo: sacerdotale, profetico e regale. A questa dottrina si riconnette anche quella che riguarda i doveri e i diritti dei fedeli, e particolarmente dei laici; e, final­mente, l’impegno che la Chiesa deve porre nell'ecumenismo”1''. Come si sa, lo sforzo per rispecchiare l’ecclesiologia conciliare si manifestò anche nella scelta di una nuova sistematica e in particolare, nella nuova forma del Libro II, dove le disposizioni sullo stato personale dei fedeli (quello comu­ne e quello proprio di ogni categoria) furono anteposte alla costituzione gerar­chica della Chiesa. Ma anche in altre materie, che furono sistematizzate secon­do la dottrina conciliare dei tria mimera Christi. Con la categoria di traduzione si è inteso, quindi, evidenziare il carattere di novità del nuovo codice - chiaro sia nel contenuto che nella sistematica - e la sua causa rintracciata nella stessa dottrina del Vaticano II, ragion per cui non è proprio possibile minimizzare il cambiamento di “età” che il diritto canonico vigente è destinato a produrre e sta già producendo. L’altra immagine utilizzata da san Giovanni Paolo II è forse meno nota. L’ha usata nel discorso in occasione della presentazione del nuovo codice, in cui il Legislatore ha paralato di un triangolo al cui vertice sarebbe la Parola di Dio e negli estremi i documenti del Vaticano II e il nuovo codice: “Vorrei disegnare dinanzi a voi, a indicazione e ricordo, come un ideale triangolo: in alto, c’è la Sacra Scrittura; da un lato, gli Atti del Vaticano II e, dall’altro, il nuovo Codice Canonico. E per risalire ordinatamente, coerentemente da questi due Libri, elaborati dalla Chiesa del secolo XX, fino a quel supremo e indeclinabile vertice, bi­sognerà passare lungo i lati di un tale triangolo, senza negligenze ed omissioni, ris­pettando i necessari raccordi: tutto il Magistero - intendo dire - del precedenti Conci­li Ecumenici e anche (omesse, naturalmente, le norme caduche ed abrogate) quel patrimonio di sapienza giuridica, che alla Chiesa appartiene”2". Come si può vedere, in questa immagine il nuovo codice non è posto in rappor­to diretto con il Vaticano II, ma sullo stesso piano, in un simile cammino, verso la fonte comune che è la Scrittura, in continuità con la tradizione dogmatica nel caso del Concilio, e con quella disciplinare, per il Codice. Così, con l’immagine del triangolo, si evidenzia il rapporto del nuovo ordi­namento giuridico della Chiesa con tutta la tradizione canonica, costituendo il 19 20 19 Iohannes Paulus II, Const. Ap. Sacrae Disciplinae Leges (25 ián. 1983): AAS 75 ( 1983). 20 Iohannes Paulus II, Discorso per la presentazione ufficiale del nuovo Codice di Diritto Cano­nico (3 feb. 1983) 9.

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