Folia Theologica et Canonica 4. 26/18 (2015)
IUS CANONICUM - Joaquin Sedano, Dal Corpus Iuris Canonici al primo Codex Iuris Canonici: continuita e discontinuitá nella tradizione giuridica della Chiesa latina
DAL CORPUS IURIS CANONICI AL PRIMO CODEX IURIS CANONICI... 219 Questa mancanza è stata risolta dalla monumentale opera storico-scientifica di Carlo Fantappiè Chiesa romana e modernità giuridica20. In questo grande contributo, che colma un vuoto storiografico, è possibile cogliere le radici profonde del Codice grazie all'uso fatto di un’immensità di fonti fino ad allora ignorate o scarsamente utilizzate. Nell’opera di Fantappiè resta evidente che la codificazione canonica si inserisce nell’alveo della modernità giuridica, da essa recepisce sostanzialmente la nuova visione del diritto degli Stati, nella speranza di munirsi di un valido strumento nei confronti un mondo politico e culturale sempre più ostile. Gli snodi di questo percorso storico, che si inquadra nei secoli dal Cinquecento al Settecento, e che provoca una profonda innovazione del metodo e degli approcci medievali, possono essere così riassunti: un chiaro influsso dell’umanesimo giuridico con la sua forte dimensione razionalista; e un influsso deciso anche del razionalismo sistematizzante austro-tedesco, che trova il suo sviluppo in diverse scuole canonistiche come le gesuitiche di Dillingen e Ingolstadt, la francescana di Freising e la benedettina di Salzburg21. Così si deve dire che se anche il Codex comincia la sua andatura con l’impulso di Pio X e la concorrenza del Vaticano I, il concilio che modella la sua architettura è certamente Trento, con tutto il suo bagaglio di certezze, di definizioni e di armature disciplinari22. Queste annotazioni preliminari aiutano a cogliere la complessità della questione codificatoria nella Chiesa. Infatti, le dimensione implicate sono numme- revole: dalFinfluenza della Scuola Storica all’incontro fra visione protestante e messe immediate che non erano assolutamente in grado di esprimere l’alto grado di storicità della prima codificazione canonica” Grossi, P., Chiesa romana e modernità giuridica (a proposito di un ’opera recentissima di Carlo Fantappiè), in Quaderni fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno 39 (2010) 791-807. Ora anche in Grossi, P., Scritti canonistici (a cura di Fantappiè, C.), Milano 2013. 293-312. Il testo citato sopra appare nella pag. 295 di quest ’ultima pubblicazione. 20 Opera già citata sopra: Chiesa romana e modernità giuridica. Su questa stessa opera, oltre alla presentazione di Grossi citata nella nota precedente, si vedano i seguenti articoli: Alvarez de LAS Asturias, N„ Il Codice di Diritto Canonico di 1917 quale oggetto storico, in lus Ecclesiae 23 (2011) 745-763. Sedano, J., Iglesia romana v modernidad juridica. Una contribution a la História delpensamiento juridico moderno en la monografia de Carlo Fantappiè, in lus Canonicum 102(2011)767-798. 21 Grossi, P.. Chiesa romana e modernità giuridica, in Grossi, P., Scritti canonistici, 299. 22 "Otto secoli di analisi non ultimi e non inefficaci i secoli delle sistemazioni razionalistiche posttridentine, sembrano decantarsi nei canoni del piano-benedettino, nelle sue coerenze architettoniche, nel suo rigore concettuale, nella sua scarnità di dettato, ma soprattutto nella consapevole separazione tra fatto teologico e proposizione giuridica, che conduceva a una sorta di dottrina pura del diritto canonico completamente liberata da zavorre metagiuridiche” Grossi, P., Novità e tradizione nel diritto sacro (dall’uno all’altro codice di diritto canonico), in Scritti canonistici, 198-199. Cfr. anche idem, Storia della canonistica moderna e storia della codificazione canonica, in Scritti canonistici, 176.