Folia Theologica et Canonica 4. 26/18 (2015)

IUS CANONICUM - Péter Erdő, Il parroco deve conoscere la lingua Dei fedeli - Osservazioni giuridico-canoniche a propositio delle Regole della Cancelleria (ss. XIV-XVI)

IL PAROCCO DEVE CONOSCERE LA LINGUA DEI FEDELI 139 comune del posto, o se ci sono diverse lingue in quel luogo, alcuna di esse, alt­rimenti la grazia sarà nulla”13. Anche se il manoscritto che contiene questa ver­sione del testo è “uno dei più corretti”14, gli altri codici riportano Faltra forma più breve, accettata dall’editore come genuina. La variante più lunga sembra pure significativa alla luce delle spiegazioni successive, per esempio di quelle francesi. Sisto IV ripete sia la regola che richiede dai parroci la conoscenza della lin­gua locale15, sia quella che pretende dai beneficiati stranieri la conoscenza di quella lingua che la gente parla in generale in quel luogo16. La Regola 19 di In­nocenzo Vili rinnova senza mutamenti essenziali la disposizione sulla conos­cenza di lingua del parroco, ma il sommario dato alla rispettiva regola (summa- riunì) non parla più della lingua del luogo della chiesa, ma di quella del paese17. IL I COMMENTARI DELLE REGULÁÉ CaNCELLARIAE Le Regole della Cancelleria sono state commentate ampiamente dai canonisti nei secoli successivi18. Cerchiamo di presentare tre di questi commentari in quanto particolarmente significativi: la "glossa” di Alfonso de Soto basata su molte esperienze curiali è caratterizzata da uno stile assai critico, la quale rapp­resenta la più antica spiegazione dettagliata delle Regole della Cancelleria (re­13 Cod. Vat. 4138 foli. 115-121 : ed. von Ottenthal, E., Regulde Cancellariae Apostaticele, 243, nt. g (“nationem in aliqua civitate vel diocesi gr/atiam/ expect/ativam/ impetret, nisi ydioma ibi­dem commune, vel si diversa sint ibidem ydiomata, aliquod eorum intelligat, alias huiusmodi gratia nullius sit roboris vel momenti”). 14 von Ottenthal, E., Regulae Cancellariae Apostolicae, XLV, secondo il quale il testo delle re­gole di Eugenio IV che si trova nel codice doveva essere scritto non dopo il 1436. 15 Sisto IV, Reg. 19 (27 agosto 1471 ): ed. per es. Decisiones Rote. Noue ac antique cum margina- libus additionibus et casibus dubijsque et regül is cane diarie aposto lice, per lacobum Braguey- rac, Lugduni 1531. fol. 143ra (‘‘Item voluit quod si contigat ipsum alicui persone de parochiali ecclesia prouidere, vel gratiam expectatiuam concedere nisi dicta persona intelligat et intelligi- biliter loquatur idioma ubi ecclesia huiusmodi consistiti prouisio vei mandátum et gratia de­super quo ad parochialem ecclesiam nullius sit momenti”). 16 Sisto IV, Regule expectatiuarum, Reg. 24 (19 dicembre 1471): ed. Lugduni 1531. fol. 146ra (“Item nullus expectatiuam gratiam extra suam nationem impetret nisi idioma quod communiter homines loquuntur ibidem intelligat et intelligibiliter loqui sciat, alioquin gratia huiusmodi sit nulla”). 17 Innocenzo Vili, Reg. 19: ed. Decisiones Rote. Noue ac antique cum marginalibus additionibus et casibus dubijsque et regulis cancellarie apostolice, per lacobum Bragueyrac, Lugduni 1531. fol. 153va (Summarium: “Cui concedatur de parochiali ecclesia debet intelligere et loqui idioma illius patrie”). 18 Cf. Göller, E., Die Kommentatoren der päpstlichen Kanzleiregeln vom Ende des 15. bis zum Beginn des 17. Jahrhunderts, in Archiv für katholisches Kirchenrecht 85 (1905) 441^160; 86 (1906) 20-34, 259-265.

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