Folia Theologica et Canonica 2. 24/16 (2013)
RECENSIONS
RECENSIONS 269 conti, l’autoredenzione. Pázmány rifiuta questo fraintendimento, affermando che, secondo la dottrina cattolica, la giustificazione ci viene data gratuitamente, per i meriti di Cristo ed è dovuta alla sua opera redentrice. L’uomo giustificato in questo modo può acquistare meriti se, cooperando con la grazia di Cristo, fa opere buone. Ë evidente che la Guida non affronta in primo luogo la dimensione oggettiva della redenzione, ma piuttosto il lato soggettivo dell’opera redentrice, vale a dire, come l’uomo può parteciparne esistenzialmente. Nell’ultimo capitolo della parte cristologica Ferenc Szabó esamina il modo in cui si presentano i pensieri soteriologici-cristologici di Pázmány nelle sue prediche tenute sul mistero dell'incarnazione, nome, passione, crocifissione, e risurrezione di Cristo. L’analisi delle prediche di Pázmány su Gesù ci permette di cogliere la profondità della spiritualità di Pázmány e il suo rapporto personale ed esistenziale con Gesù, che oltre l’ispirazione agli inni cristologici del Nuovo Testamento portano in sé sia le tracce dell’intimità della mistica nuziale di San Bernardo che degli esercizi spirituali di San Ignazio di Loyola. Questo capitolo spirituale completa in modo bellissimo i ragionamenti astratti e polemici sulla persona e opera redentrice di Cristo nelle opere scolastiche ed apologetiche. Nella terza parte della sua monografia intitolata “La vera Chiesa di Cristo” Ferenc Szabó tratta l’ecclesiologia di Pázmány. L’autore esamina di nuovo alla luce di tutte le opere di Pázmány la sua dottrina sulla chiesa a partire della tesi precoce Diatriba Theologica (1602), scritta per difendere la posizione ecclesiologica di San Roberto Bellarmino, attraverso le esposizioni vaste nel campo ecclesiologico della Guida (Hodegus, 1613), fino al tardivo libro riassuntivo Sulla Sacra Scrittura e sulla Chiesa (cosidetto “libro gemello”, 1626) analizzandola nell’ordine cronologico, basandosi considerevolmente anche sui risultati delle ricerche di Miklós Őry. Per queste opere è caratteristica la tendenza controversi sta, cioè di disputare energicamente e in modo determinante, difensivo ed offensivo la concezione protestante sulla chiesa. L’opera si concentra di provare che la vera chiesa di Cristo sulla terra si trova nella chiesa romana cattolica. Questa tesi è strettamente collegata al chiarimento del rapporto tra chiesa, tradizione e Sacra Scrittura, in contrasto con il principio protestante “sola scriptura”. Sono a tutt’oggi istruttive le esposizioni di Pázmány, perchè - come l’autore sottolinea - la discussione sul rapporto chiesa-scrittura-tradizione- magistero è rimasta finora un argomento essenziale nel dialogo ecumenico. Seguendo i risultati delle ricerche di Őry e Galeota, Ferenc Szabó richiama l’attenzione sulle particolarità dell’ecclesiologia di Pázmány, le quali differiscono da quella di Bellarmino. Ciò si può cogliere da una parte nel fatto che Pázmány, come anche Suarez, ritiene che oltre i vincoli esteriori anche l’atto di fede interiore sia necessario per essere membro della chiesa. D’altra parte egli non menziona il Papa nella definizione della chiesa e non tratta il primato papale nello svolgimento delle note della chiesa, e lo colloca in una posizione subordinata nella conservazione dell’apostolicità ed unità della chiesa. Nella valutazione