Folia Theologica et Canonica 2. 24/16 (2013)
IUS CANONICUM - Forteenth International Conference «Questioni sul tema della provisione canonica degli uffici ecclesiastici» 11th February 2013 Velasio De Paolis, C. S., Il Codice del 1983 ultimo documento del Vaticano II
232 VELASIO DE PAOLIS, C.S. 2. Discorso del Pro Presidente S. E. Mons. Rosolio Castillo Lara24 Il Sinodo e il Concilio erano nei desideri del Papa “Essi condurranno felicemente all’auspicato ed atteso aggiornamento del Codice” (citato da Castillo Lara, p. 27).2S All’inizio sembrava un lavoro di modeste proporzioni: si trattava di recognoscere, rivedere. Tale doveva essere il compito della commissione. In realtà presto si rivelò che si doveva elaborare una vera e propria riforma. Come ebbe a sottolineare anche Paolo VI nel discorso del 4 febb. 1977: “Codicis iuris canonici recognitio non esse potest sola emendatio prioris quatenus res non in aptum ordinem rediguntur, iis additis. quae inducenda visa sunt, atque iis omissis, quae non amplius vigent, sed instrumentum vitae Ecclesiae quam maxime accomodatum post celebratum Concilium Vaticanum II évadat oportet (Communicationes, 9, 1977, 24)”.26 Il Presidente sottolinea due criteri: il primo è la fedeltà al Concilio “che si è cercato di tradurre più fedelmente possibile in norme giuridiche”27. Tuttavia si deve distinguere ciò che è dottrinale e ciò che è normativo giuridicamente. Il secondo criterio “che non è meno importante, è la fedeltà alla tradizione giuridico-legislativa della Chiesa”28 29. Perciò l’interpretazione richiede sempre il confronto con il Concilio ma anche con il codice Pio Benedettino. “Un maggiore afflato teologico, tendente a sottolineare l’indole peculiare del diritto canonico e la vincolazione del Codice col Concilio Vaticano II. Non pochi canoni, specialmente in materia sacramentaria o ecclesiologica, offrono delle sintesi teologiche di notevole precisione ed alcuni, quando l’argomento lo permette, riproducono quasi ad litteram le formulazioni stesse del Concilio. Lo stesso ordine sistematico deve evidenziare, per quanto è possibile, l’immagine conciliare della Chiesa: “L’ordinamento sistematico, benché ispirato ad un criterio pragmatico quello cioè di facilitare agli operatori pastorali l’uso della comprensione della nuova legislazione, pur non abbandonando radicalmente la sistemazione fin qui usata, presenta delle interessanti novità, che traggono ispirazione dal Concilio Vaticano II.”30 Tra le innovazioni più rilevanti è da segnalare anzitutto il concetto di comunione. Poi, in stretta relazione con essa, va menzionata anche l’armonica relazione tra Chiesa Universale e chiese particolari. Viene sancita la vera uguaglianza tra i fedeli. Nuovo è anche lo Statuto di christifidelis. Ed è ampliato notevolmente lo spazio operativo dei laici nella Chiesa. 24 Communicationes 15 (1983) 27-35. 25 Communicationes 15 (1983) 27. 26 Communicationes 15 (1983) 24. 27 Communicationes 15 (1983) 31. 28 Communicationes 15 (1983) 31. 29 Communicationes 15 (1983) 32. 30 Communicationes 15 (1983) 32.