Folia Theologica et Canonica 2. 24/16 (2013)

IUS CANONICUM - Forteenth International Conference «Questioni sul tema della provisione canonica degli uffici ecclesiastici» 11th February 2013 Velasio De Paolis, C. S., Il Codice del 1983 ultimo documento del Vaticano II

IL CODICE DEL 1983 ULTIMO DOCUMENTO DEL VATICANO II 223 evidenziando la lettura distorta e indicando invece la lettura corretta e propo­nendo suggerimenti e elementi per questa lettura più profonda, passando in rassegna i temi più scottanti ed attuali: La Chiesa, le fonti della rivelazione, la comunione, e la missione della Chiesa nel mondo, particolarmente nella costi­tuzione Gaudium et Spes, che più aveva prestato il fianco ad errate interpre­tazioni, forse proprio perché le caratteristiche del Vaticano II avevano trovato più larga applicazione in questo documento: si tratta del tema della croce, della quale si riafferma l’importanza e la centralità, il significato di aggiornamento, di secolarizzazione e secolarismo, inculturazione, dialogo, opzione preferen­ziale per i poveri, ecc. Di fatto la Relatio finalis con i suoi chiarimenti e sug­gerimenti non sembra che sia stata in grado di offrire un apporto di peso capace di mutare gli orientamenti. Ha continuato ad essere particolarmente forte una interpretazione del Concilio Vaticano II come concilio di rottura. Di fatto le due tendenze estreme hanno continuato a combattersi. Da rilevare che le due tendenze estreme si trovavano d’accordo sull’interpretazione di rottura del Concilio; traendo però conseguenze diverse: da una parte per creare uno scis­ma, con l’accusa di tradimento della tradizione da parte del Concilio, e dall’al­tra una tendenza modernista che ha finito per mettere in discussione verità di fede della Chiesa. La situazione che ha del drammatico appare particolarmente nella difficoltà da parte di alcuni di accogliere e accettare il documento Dominus Jesus', che per altro non fa altro che riportare e riproporre le verità fondamentali della fede sul mistero di Cristo e della Chiesa. h) I Sommi Pontefici per la difesa e la retta interpretazione del Concilio I Sommi Pontefici non hanno mancato di tenere ben ferma la rotta: da una parte essi hanno affermato una cosa ovvia: la ortodossia del Concilio e la sua validità per la Chiesa, impegnandosi a tradurlo nella prassi, e dall’altra dando di essa una interpretazione corretta, sia a livello di principio che per quanto riguarda i singoli punti. Giovanni XXIII non intendeva certo rompere con il passato della Chiesa; egli intendeva dare una direttiva nella intenzione chiara di riportare la riconciliazione tra fede e cultura; Paolo VI più volte ha ripetuto che il Concilio Vaticano II non ha messo in discussione la fede della Chiesa; esso ha professato ciò che la Chiesa ha sempre creduto. Ugualmente Giovanni Paolo IL Ma il dis­corso dottrinale che ha avuto certamente un peso di rilievo è stata l’allocuzione del Papa Benedetto XVI, che ha messo a confronto la dottrina della novità nella continuità con la dottrina della novità in rottura col passato.2 Di fatto il Concilio Vaticano II non ha realizzato, almeno fino ad oggi, le speranze grandi che molti si ripromettevano. Paolo VI ebbe a dire che dal Con­cilio Vaticano II ci si aspettava una nuova primavera della Chiesa; invece ab­1 Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione, Dominus Iesus (6 aug. 2000): A AS 92 (2000) 742-765. 2 Benedictus XVI, All. alla Curia Romana (22 dee. 2005): AAS (2006) 40-53.

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