Folia Theologica et Canonica 2. 24/16 (2013)
IUS CANONICUM - Péter Erdő, Le liturgie orientali dopo la Sacrosanctum Concilium - Aspetti teologici e giuridici
156 PÉTER ERDŐ rocchie il fatto che il patrimonio liturgico orientale è intrinsecamente collegato con la vita monastica, come ha ribadito il Beato Giovanni Paolo II nella lettera apostolica Orientale lumen36. Per questo accade a volte che il rinnovamento liturgico comporta in alcune chiese cattoliche orientali un eccessivo prolungamento delle liturgie e la tendenza da parte di non pochi fedeli orientali di frequentare piuttosto la messa di rito latino, che viene considerata come più moderna. In alcune parti dell'Est e del Sud-Est europeo si nota anche una tendenza di persone battezzate nelle chiese ortodosse di voler diventare cattolici di rito latino. Cosa che certamente sarebbe contraria al principio espresso anche nel canone 35 CCEO basato sul n. 4 dell’Orientalium ecclesiarum, secondo cui la persona già battezzata che entra nella piena comunione della Chiesa Cattolica, deve conservare il suo rito originale, “salvo il diritto di far ricorso alla Sede Apostolica in casi speciali di persone, di comunità o di regioni”. Sembra quindi che sia in oriente che nella chiesa latina vi siano dei contesti pastorali diversi della celebrazione liturgica. Da una parte ci sono i monasteri e le cattedrali dove la liturgia si celebra in tutta la sua ricchezza e bellezza, dall’altra parte c’è la prassi parrocchiale, nobile ma più semplice, che deve però guardare alla grande liturgia come esempio e ideale. III. Liturgia e sacramenti nelle chiese cattoliche orientali Esaminando i canoni riguardanti la disciplina dei sacramenti del codice orientale, salta all’occhio il fatto, che essi vengono trattati in un contesto teologico autenticamente orientale. Il titolo XVI parla del culto divino e specialmente dei sacramenti (De culto divino et praesertim de sacramentis). Alcuni autori riguardano la scelta del titolo come testimonianza del fatto che i sacramenti, nella visione orientale, non possono essere separati dal contesto del culto37. 1. L’aspettopneumatologico Un canone introduttivo del titolo XVI del codice orientale e i canoni che introducono il discorso sui singoli sacramenti mettono in rilievo anche il ruolo dello Spirito Santo (CCEO c. 667. 675 § 1, 692, 698, 718, 743 ecc.)38. L’approccio-,6 Ioannes Paulus lì, Lett. Ap. Orientale lumen (2 mai. 1995), n. 27: AAS 87 (1995) 773. Congregazione per le Chiese Orientali, Istruzione per l’applicazione delle prescrizioni liturgiche del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali (6 ian. 1996), n. 16: Enchiridion Vaticanum, XV. 20, n. 42. 37 Cfr. Szabó, P., A keleti egyházak szentségi joga, 84. 38 Sull’aspetto pneumatologico nelle liturgie orientali vedi per es. Nin, M., Le liturgie orientali in Occidente, in Gefaell, P. (a cura di), Cristiani orientali e pastori latini (Pontificia Università della Santa Croce, Monografie giuridiche 42), Milano 2012. 390-391.