Folia Theologica et Canonica 2. 24/16 (2013)
IUS CANONICUM - Péter Erdő, Le liturgie orientali dopo la Sacrosanctum Concilium - Aspetti teologici e giuridici
154 PÉTER ERDŐ Nel caso della famiglia liturgica assiro-caldea e anche di quella costantinopolitana sono previste delle indicazioni più dettagliate da parte della Congregazione per le Chiese Orientali. Come stabiliva già l’istruzione II Padre incomprensibile (n. 6): “Ogni singola chiesa sui iuris appartenente a tali famiglie provvederà, secondo modalità che saranno precisate ad elaborare un corpus di norme che adattino alla propria situazione specifica il presente documento e quello che sarà elaborato per l’intera famiglia liturgica di appartenenza. Le chiese sui iuris che non appartengono a una famiglia liturgica più vasta” dovevano elaborare le proprie norme particolari a partire da questa istruzione (ivi). La Santa Sede ha offerto la sua collaborazione alle singole chiese per l’elaborazione di tali norme. Al termine di questo procedimento il Direttorio liturgico di ogni chiesa sui iuris doveva essere presentato alla Santa Sede (ivi). Si tratta di un procedimento assai complesso e tutt’altro che veloce. Un evento di profondo significato è stato l’accordo sull’eucaristia tra la Chiesa cattolica e la Chiesa assira d’Oriente del 20 luglio 2001. Questo accordo è stato approvato dalla Congregazione per le Chiese Orientali, la Congregazione per la Dottrina della Fede, dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e infine da Papa Giovanni Paolo II stesso. Il testo è stato promulgato il 26 ottobre 200126. Questo accordo - come ribadisce Thomas Pott- riconosce l’integrità teologica ossia la validità dell’antica anafora degli apostoli Addai e Mari che non contiene le parole d’istituzione27. Guardando il documento dal punto di vista cattolico salta in occhio la possibilità di riconoscere una tradizione liturgica di una chiesa “a partire delle categorie teologiche proprie di quest’ultima, anche se” sembrano essere in contrasto “con la teologia sacramentaria o ecclesiologica che si è sviluppata nella Chiesa cattolica”28. Va osservato però che per un tale riconoscimento è necessaria l’identità essenziale- per parlare con le nostre categorie - delle realtà in questione nell’economia divina della grazia. Si noti inoltre che un tale riconoscimento non mette nemmeno minimamente in questione la legittimità dell’eredità e dello sviluppo concettuale della Chiesa latina. Tale criterio si riscontra anche nel campo disciplinare extra liturgico in cui si diventa sempre più consapevoli della sfida tecninitio, 3 dicembre 2010); testo slovacco dell’ Apostolár (recognitio, 3 giugno 2011); traduzione rutena del Libro dei Sacramenti, primo volume (recognitio, 7 giugno 2011); versione ma- layalam dell’Anafora di Mar Teodoro della liturgia siro-malabarese (concessione ad experimentum, 15 dicembre 1012); cambiamenti all’Anafora di Addai e Mari della liturgia siro-malabarese (6 aprile e 24 settembre 2013); tre testi siro-malabaresi: consacrazione di una chiesa; consacrazione dell’altare; ri-dedicazione di una chiesa (recognitio ad experimentum, 29 luglio 2013); versione russa della Santa Liturgia di San Giovanni Crisostomo e di San Basilio Magno (approvazione ad experimentum, 2 ottobre 2013). L’autore ringrazia la Congregazione per le Chiese Orientali per la gentile comunicazione. 26 II titolo del testo ufficiale è Guida per VAmmissione all'Eucaristia tra la Chiesa caldea e la Chiesa assira d’Oriente, in L’Osservatore Romano (26 ottobre 2001) 7. 27 Intervento citato. 28 Ibidem.