Folia Theologica et Canonica 1. 23/15 (2012)
IUS CANONICUM - Géza Kuminetz, Alcune osservazioni sulla vocazione, sulsacerdozio e sulla formazione al sacerdozio
ALCUNE OSSERVAZIONI SULLA VOCAZIONE SUL SACERDOZIO... 255 la perseveranza totale nel matrimonio secondo le esigenze e le indicazioni della morale cattolica; il matrimonio è un ordine rigido - affermava il cardinale Péter Pázmány, fondatore della nostra Université.15 Se bisogna educare al sacerdozio (accompagnare ed orientare le vocazioni), che cosa possiamo fare in pratica se vogliamo raggiungere tale scopo? A questa domanda possiamo rispondere con l’aiuto di tre altre domande: A ehe cosa si educa? Chi deve essere educato? E come bisogna educare?16 1. A ehe cosa bisogna educare i candidati? Cioè qual’è lo scopo da raggiungere, qual’è l’ideale con cui la sua attrazione misteriosa ci guida, ci anima? Questa vocazione è caratterizzata dall’impegno disinteressato e totale verso P ideale, ovvero verso Gesù Cristo. Chi ha una vocazione sacerdotale crede sen- za riserve nell’ideale del sacerdozio, nel Verbo Incarnato. Perciö è convinto che P ideale del sacerdote cattolico è un pensiero etemo di Dio, ovvero è convinto ehe la sua attività è veramente importante e insostituibile. Chi ha la voca- zione progredisce in modo diritto, a passi duri e decisi verso la sua strada; non si ferma a discutere e a conversare. Invano lo invitano, gli fanno lo sgambetto, egli non si piega né a sinistra né a destra. E un uomo veramente motivato. La vocazione diventa pian piano amore e per questo il sacerdote sarà pieno di creatività e ottimismo. I successi non lo seducono, i fiaschi non lo amareggiano. Le critiche non lo mettono in imbarazzo. Questa strada conduce alla santità e all’eroismo. Ma tutta l’attività sacerdotale trova la sua sorgente ed il suo culmine nel sacrificio eucaristico. Ma qui non si tratta solo della celebrazione eucaris- tica cioè della cerimonia liturgica in sè. Qui si ha bisogno dello spirito di sacrificio e con quest’animo e questa disposizione ci fa vivere, ci pone le parole giuste da affermare e ci rende sempre più simili a Cristo. 2. Chi deve essere educato al sacerdozio? Gli aspiranti devono avere una salute tisica e spirituale adatta ed una disposizione a vivere il celibato. La salute idonea presuppone una personalità equilibrata. Allora chi è scrupuloso, chi si inclina invincibilmente aile parzialità ed alle esagerazioni, chi ha un temperamento impressionabile, chi non si lascia educare, non puè essere adatto al sacerdozio. Qui non servono, quasi per niente, i diversi metodi dell’educazione pedagogica. Questa persona non trova posto ali’interno dei seminario. 3. Come bisogna educare? Quali sono i mezzi dell’educazione per vivere la vocazione sacerdotale? I luoghi e le situazioni principali di questa educazione sono: i colloqui personali, i diversi programmi religiosi, gli studi universitari, la catechesi, la liturgia e in essa in particolare l’omelia e la confessione. In questi luoghi e in queste situazioni cosa bisogna fare? Due cose: delectari in Deo et contemnere mundum (compiacersi in Dio e disprezzare il mondo). Questa frase significa nel linguaggio educativo: il culto degli ideali, dei santi, degli eroi, dei ls Cfr. Schütz, A., Az Ige szolgálatában, 458. 16 Cfr. Schütz, A., Az Ige szolgálatában, 457-465.