Folia Theologica et Canonica 1. 23/15 (2012)

IUS CANONICUM - Géza Kuminetz, Alcune osservazioni sulla vocazione, sulsacerdozio e sulla formazione al sacerdozio

256 GÉZA KUMINETZ grandi personaggi della cultura. In seguito bisogna far vedere e far capire ai giovani le fugacità e le vanitá del mondo. Poi la vocazione sacerdotale, come ogni vocazione, ha quattro nemici, ovvero quattro “ismi”: lo zelotismo ehe nel suo cieco fanatismo pone dei mezzi al posto degli scopi. Il fariseismo che cerca di sviluppare l’egoismo sotto il mantello dei principi. Il sadduceismo che con il richiamo alle esigenze e alle realtà prosciuga sistematicamente ed uccide la fe- de e la fiducia negli ideali. Questo è il nemico principale. Alla fine il filisteris- mo. Sebbene crede negli ideali per lo menő con piacere si rinfresca alla loro ombra, ma non vuole fare dei sacrifici per loro, oppure li stringe in una misura piccola, borghese. Esiste un tipo ehe accumula questi ismi nel suo carattere. Si chiama: lo zelante oppure il carrierista. Purtroppo questo tipo si trova in nume­ro sempre più crescente anche fra i sacerdoti. Contre queste inclinazioni ogni uomo deve lottare, specialmente chi vuole diventare vero amico di Dio. IV. I PROTAGONISTI DELLA FORMAZIONE SACERDOTALE: I SEMINARISTI, I SUPERIORI ED I PROFESSORI Prima di tutto, il seminarista deve avere fame e sete mentale e spirituale insazia- bile. Deve essere molto docile, altrimenti non acquisisce le virtù necessarie e la scienza debita alia vita sacerdotale. Se sotto questo aspetto nell’aspirante man­ca la debita prontezza e non si puö motivarlo in nessun modo, allora non è adat- to a diventare sacerdote. Per lui, non vi è posto in nessun seminario, perché la speciale santità del sacerdote consiste proprio nella fede (nelle virtù) e nella scienza. Un chierico deve avere una profonda conoscenza non solo della teoló­gia, ma anche della pratica di moite altre scienze. Öltre alla scienza deve avere anche le buone credenze, la cortesia e il garbó i quali sono considerati come il settantatreesimo libro della Sacra Scrittura. Ecco l’importanza del galateo pas­torale.17 La cosa più importante da parte degli educatori e degli insegnanti: destare, sviluppare e canalizzare principalmente questa fame e sete con la loro compe- tenza professionale e con la loro autenticità di vita sacerdotale. In seguito, de- vono richiamare l’attenzione dei loro studenti sulPimportanza della formazione permanente. Questo fattore è diventato ormai una cosa istituzionale e deve es­sere regolarmente organizzata con problematiche tradizionali e nuove. Nonos- tante i tentativi, tante volte rimane solo Pattività spontanea, ovvero l’autodidat- tica. Chi ha la fame e la sete sopra menzionata, anche in circostanze pessime, il sacerdote procura i mezzi scientifici necessari e passa alcune ore al giorno per la coltivazione di taie scienze. 17 Cfr. Tower, V., Illem-kódex papok és szerzetesek számára (Galateo per sacerdoti e per religiosi I), I. Budapest 1939. 6.

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