Folia Theologica et Canonica 1. 23/15 (2012)
IUS CANONICUM - Péter Erdő, E’ peccato grave ogni delitto canonico?
E’PECCATO GRAVE OGNIDELITTO CANONICO? 135 il falso giuramento, il furto, la fornicazione), devono essere deposti dal loro ordine, ma non devono essere esclusi, perché “il Signore non punisce due volte per la stessa cosa”15. Taie osservazione è un riferimento al libro del próféta Nahum (Nah 1,9), dove questa frase sta nel conteste del Diluvio. L’Onnipotente non colpisce due volte l’umanità con questa piaga. Il canone parla invece, natu- ralmente, di pena canonica, e ribadisce ehe non si deve punire nessuno due volte per lo stesso delitto. Dato che gli atti elencati nel canone apostolico si con- siderano anche peccati oggettivamente gravi (da precisare invece riguardo il furto), l’esclusione dalla comunione eucaristica potrebbe essere anche una con- seguenza automatica. In quell’epoca perd la distinzione tra i due fori non sembra ancora netta nella Chiesa. Non risulta inequivocabilmente dal testo nemmeno se l’espulsione ehe non dev’essere effettuata sia un allontanamento anche dalla comunità ecclesiastica e quale sia la sua relazione con la comunione eucaristica. Il rifiuto di punire due volte la stessa trasgressione corrispondeva bene alla visione del diritto romano16. Ad ogni caso: il canone apostolico citato (Can. Ap. c. 15) tiene presente un caso di divieto dell’esercizio dell’ordine sacro il quale non esclude ehe il soggetto possa partecipare alla comunione eucaristica come i laici. Neanche la pena di sospensione ehe si riscontra nel diritto attuale proibis- ce di per se la ricezione dei sacramenti (CIC c. 1333 § 1). Questo è vietato sol- tanto se qualcuno è consapevole dei suo peccato grave, e non è stato assolto in confessione sacramentale (c. 916). La comunione non puo essere amministrata - öltre a quelli ehe sono colpiti da una scomunica inflitta o dichiarata o da un taie interdetto - nemmeno a quanti perseverano con contumacia in un peccato grave manifesto (c. 915). Siccome il CIC non menziona in questo elenco i chie- rici sospesi, pur pariando espressamente degli scomunicati, risulta chiaro ehe possono esserci alcuni ehe non sono stati sospesi per un atto ehe fosse stato grave peccato manifesto. Tra gli effetti della sospensione in quanto tale il CIC non fa menzione del divieto di ricevere i sacramenti17. Non ogni delitto ecclesiastico viene considerato quindi come peccato mortale. Altrimenti si avrebbe dovuto dire ehe non si puo amministrare la comunione a quanti sono legati da qualsiasi censura ecclesiale. Non si tratta soltanto dei caso, quando il delinquente ha cessato con il comportamento delittuoso, ma non è stato - ancora - assolto dalla pena ecclesiale. Le censure infatti devono essere assolte se finisce la contumacia del soggetto, ma non cessano automaticamente (questo vale del resto anche 15 Constitutiones Apostolicae, Lib. VIII, 47, 25 (=85 Canones Apostolorum, can. 25): ed. Metzger III. 280-281. 16 Cf. Dig. 50.17.57 (Gaius): Bona fides non patitur, ut bis idem exigatur. Krueger, P. (ed.), Digesta (Corpus Iuris Civilis, I), Berolini 1899.® 869. II principio suona di diritto civile, ma offre un orientamento anche per il diritto penale. 17 Tutto ciô non si riferisce ai sacerdoti sospesi per un matrimonio civilmente attentato, perché questi - se non sono laicizzati e non hanno sistemato la loro situazione matrimoniale - già per questo fatto non possono partecipare alia comunione sacramentale.