Folia Canonica 12. (2009)

STUDIES - Carlos Larrainzar: Metodi per l'analisi della formazione letteraroa del Decretum, Gratiani. "Tappe" e "Schemi" di redazione

METODI PER L’ANALISI DELLA FORMÁZ IONE LETTERARIA... 35 Qui, tuttavia, ci pone nuove complicazioni la questione dei metodo. Edi- zione di ehe cosa? O, meglio, edizione di quale redazione? Con quali criteri metodici scegliere tra le lezioni per fissare un testo? Risponda ognuno come più gli aggrada. La mia riflessione pretende ora di essere generale. Questa edi­zione deve essere una mistura sincronica di lezioni prese soprattutto dai mano- scritti di Firenze (Fd) e di Admont (Ad), gli unici ehe riportano una versioné completa dell’opera? Dobbiamo confrontare in seguito le nostre lezioni con quelle dei manoscritti di Barcellona (Bc) e Parigi (P Pfi) fin dove è possibile? Forse alcuni pensano di si. Per parte mia non ne sono cosi sicuro. Anzi, se questo è 1’obiettivo, dico fin d’ora che non contino su di me per portare avan- ti il lavoro. Come pure aggiungo ehe, nondimeno, rispetterei l’illusione di co­loro che si impegnassero nel conseguimento di questo risultato. 2. Nel volume 27 del Bulletin of Medieval Canon Law ho pubblicato il mio in­tervento di Washington di quattro anni fa, un intervento dei quale già esiste una versioné italiana nel volume 9 dei Folia Canonica. Dicevo in quella sede ehe il rigore del metodo esige di dare il giusto valore alla singolarità di ciascuno dei manoscritti antichi14 e che, in considerazione dei dati ehe già conosciamo, una recensio mixta tra quelli non aiuterebbe per nulla: servirebbe solo per creare più confusione, più oscurità, la medesima confusione che deriva a mio modo di vedere dalTuso della definizione ‘prima recensione’ come spiegazione storica delTopera, perché questo è un concetto filologico che dà per sottintesi molti as- petti della formazione della redazione del Decretum che in realtà noi non conos­ciamo. Analizzare le caratteristiche dei codici indicati con la sigla Aa, i mano­scritti deU’abbazia di Admont 23 (—Aa1) e 43 (= Aa2), è forse il modo migliore per illustrare brevemente queste reflessioni. Aa è un codice contaminato perché è stato composto mischiando lezioni di codici o ‘modelli’ ehe appartengono a distinti momenti diacronici della storia letteraria della formazione del Decretum. E copia di un manoscritto dell’antica redazione breve, probabilmente di una versioné anteriore a quella trascritta in Bc Fd P, ma il suo testo principale incorpora varianti ehe si trovano normal- * lo 14 Si veda C. Larrainzar, ‘L’edizione critica’ supra nota 1 o anche l’originale spagnolo ‘La edición critica del Decreto de Graciano’, BMCL 27 (2007) 71-104, al quale sconsiglio di ricorrere. In questa versioné spagnola non sono purtroppo inserite le correzioni ehe apportai suile bozze di stampa in seguito all’eliminazione da parte deU’editorc dello schema grafico finale su D.6 c.2 in Bc. Tra le altre cose egli non ha soppresso il paragrafo ehe ne dava notizia (p. 102). Ancora peggio è che 1’editore abbia modificato questa appendice inserendo una nota 2 in una posizione ambigua (p. 103). Cosi l’appendice non serve a nulla: confonde più che aiutare, recando in sé un grave errore ehe rende inintellegibile il nucleo del lavoro. In altri termini il mio commento Hic signum remittit ad... è stato cassato e trasformato in una nota 2 (inesistente nel mio originale) in una posizione ehe lo rende incomprensibile; il mio originale dice hic = fol. 20ra, e non fol.l9ra, giacché 1’ordine di re­missione è a quo — dal fol. 20ra = una manu — verso un ad quem nel fol.l9ra (= altera manu). Non comprendo come questo possa accadere nella pubblicazione più importante dello "Stephan Kuttner” Institute of Medieval Canon Law.

Next

/
Thumbnails
Contents