Folia Canonica 11. (2008)

PROCEEDINGS OF TENTH INTERNATIONAL CONFERENCE. "Questioni attuali intorno al Battesimo" Budapest, 4th February 2008 - Myriam Tinti: La rilevanza del battesimo per la sacramentalita del matrimonio

236 MYRIAM TINTI ciando la definizione dogmatica della sacramentalità del matrimonio cristiano; contro la teória della distinzione fra contratto e sacramento la reazione del Magistero fu tardiva e forse non ci sarebbe stata se la teória non fosse servita di base dottrinale per privare la Chiesa della competenza sui matrimonio. I Romani Pontefici a partire da Pio VI (1788) si pronunciano, quindi, in forma sempre più chiara ed esplicita e con Leone XIII la dottrina arriva alla sua for- mulazione précisa accolta poi nel can. 1012 §2 CIC/17 e ripetuta da Pio XI nell’enciclica Casti Connubii. Infine, dopo nuovi e approfonditi studi il princi­pio è stato riconfermato ufficialmente nella esortazione pastorale Familiaris con­sortio di Giovanni Paolo II (22 nov. 1981) e poi nel can. 1055 §2 del CIC e nel can. 776 §2 del CCEO. Il Magistero e i teologi insistono nelTafFermare l’inseparabilità fra matrimonio valido e sacramento, ma si occupano poco di penetrare nelTinsondabile mistero dei disegni di Dio per cogliere le ragioni per cui i battezzati non siano liberi di poter realizzare la realtà umana del matrimonio senza che alio stesso tempo re- alizzino un gesto sacramentale. Un argomento perô viene posto a base di ogni ragionamento ed è il fatto di essere assunta da Cristo a segno sacramentale la stessa realtà naturale del matrimonio per la sua capacità simbolica di alleanza d’amore e di fedeltà. Perché questa realtà umana possa avere tale simbolismo strettamente sacramentale, si presuppone il battesimo giacché è la porta di tutti gli altri sacramenti. Dato questo presupposto, il patto coniugale valido ha sem­pre la dimensione soprannaturale di essere segno efficace di realtà salvifiche ed escatologiche, indipendentemente dalla volontà e dalle disposizioni soggettive dei nubendi. Si tratta di un ordine oggettivo, profondamente teologico, nel quale dati i presupposti ontologici indispensabili — battesimo e patto coniugale valido — i fattori soggettivi non hanno incidenza per distruggere la sacramentalità, stabili­ta da Cristo per il matrimonio di quelli ehe sono stati rigenerati in Lui mediante il battesimo. E chiaro ehe senza le disposizioni soggettive necessarie il sacra­mento non espleterà la sua efficacia santificatrice, ma ciô non toglie la sacra­mentalità fondamentale del patto coniugale dei due battezzati. Questo sta a simboleggiare il patto d’amore e fedeltà di Cristo con la Chiesa nonché la car- ità soprannaturale degli sposi anche se per il momento non la produce perché mancano i requisiti soggettivi necessari da parte dei nubendi. La dottrina dell’inseparabilità fia patto coniugale e sacramento nei battezza­ti non è comprensibile, quindi, se non viene inquadrata neU’insieme merav- iglioso delle trasformazioni operate nell’uomo dal battesimo e ehe costui non puô distruggere completamente anche se le vicissitudini del suo pellegrinaggio terreno lo portano a perdere la fede o addirittura a rinnegare Cristo e la sua Chiesa. L’uomo infatti una volta consacrato alla Trinità per il battesimo, rimane consacrato in eterno: la sua inserzione in Cristo, la sua filiazione adottiva, la sua rigenerazione, il suo consorzio con la natura divina, la sua partecipazione al sac- erdozio di Cristo, la sua capacità di ricevere gli altri sacramenti, sono realtà in- distruttibili come lo è il carattere battesimale ehe sta alla base.

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