Folia Canonica 10. (2007)

STUDIES - Géza Kuminetz: Sándor Horváth O.P. come tomista e filosofo del diritto e il diritto naturale come parola chiave della filosofia del diritto

SÁNDOR HORVÁTH O P. COME TOMISTA E FILOSOFO 57 mande a cui rispondere: “ci sono déllé indicazioni della natura, circa le cause del­la legislazione da cercarsi nell’essere umano e qual’è il ruolo del soggetto come essere umano?”.76 Secondo Horváth, nel singolo è impossibile sconfiggere la voglia di félicita77 (la voglia di essere felice). In esso, l’uomo vede il suo scopo finale, ovvero cerca la felicità. Solo ehe, Horváth, designa nel singolo tre tipi d’essere: 1. L’essenza data dalla natura (res naturae, persona psychica, hypostasis); 2. la crescita nell’essenza della persona (personalitas psychica); 3. l’uomo attraverso l’essenza della persona (persona moralis). L’uomo inteso come persona fisica (naturale) è la creazione della natura. La sua personalità psichica (spirituale) vie- ne creata e formata da ognuno di noi e in diversi modi. La moralité della persona è data dall’unitarietà del singolo in cui l’essenza e la morale si formano ed entra- no in rapporta con l’altro (comunità). La persona, come possessore di diritto, “entra” nella comunità in modo ehe come essere deve esercitarsi con più forma. Per questo, Horváth, denomina l’essenza della personalità morale “la persona fi­sica all’intemo della comunità e lo scopo finale la variazione dei rapporti”.78 Si ha, quindi, come conseguenza ehe l’essenza morale del singolo “non ha un valo- re completo”, perché manca in esso 1’autonómia, l’indipendenza, l’autodecisone (autonómia, autarchia). Il singolo solo nella comunità e con la comunità puô por­tare a termine il suo scopo, puô sviluppare le sue possibilité nascoste e solo cosi puô essere felice.79 La comunità (société), ehe determina gli scopi comuni, è chiamata da Hor­váth bene comune (bonum commune), interesse comune. Nella société, il singo­lo puô in questi confini realizzazrsi: “non è lui la misura del vero, del giusto, del buono, ma è lui che deve impararlo dal bene comune; da ciö deve attingere e deve adattarsi a ciô... se la natura lo ha indirizzato secondo l’essenza naturale umana, allora questa essenza personale morale deve essere necessariamente completa 76 Horváth, S., A természetjog rendező szerepe, [Il ruolo di organizzazione del diritto na­turale] Budapest 1941,41. 77 Horváth, S., A természetjog, in Vigilia 14(1949)218-219. Per Sándor Horváth, la vo­glia di essere felici puô essere cosciente, subcosciente, incosciente verso la soddisfazione tota­le o verso la contentezza. In senso oggettivo è lo stimolo dell’azione (ehe ci rende felici). Que­sta è la beatitudo obiectiva. In senso soggettivo l’essere partecipe totale con l’oggetto ehe ci rende felici (beatitudo subiectiva). Questo desisderio è vivo nelle persone, ma deve essere orientato, dato che “la natura non ha detrminato con precisione l’oggetto della felicità”. 78 Horváth, S., A természetjog rendező szerepe, [Il ruolo di organizzazione del diritto na­turale] Budapest 1941,42. 79 Secondo Horváth ci possono essere due cause nella formazione della società: 1. Il singo­lo puô portare a termine il suo scopo solo insieme agli altri; 2. Secondo le sue capacité puô rea- lizzarle a servizio di uno scopo ancor più grande.

Next

/
Thumbnails
Contents