Folia Canonica 10. (2007)

PROCEEDINGS OF THE INTERNATIONAL CONFERENCE - Luis Navarro: Il divieto di partecipazione attiva nei partiti politici e di assunzione di uffici pubblici

IL DIVIETO DI PARTECIPAZIONE ATTIVA NEI PARTITI POLITICI 239 sa giusta e ragionevole. Cf. can. 90 § 1 ) o anche si possa permettere al chierico di agire nell’ambito del divieto del can. 287 § 2. Viene escluso ehe lo stesso chieri­co agisca indipendentemente, senza questi atti previi dell’autorità: il proprio giudizio non basta64. Vari sono i fattori ehe incidono sulla decisione che prenderà l’autorità. Alcu- ni riguarderanno le circostanze oggettive ehe richiedono la difesa dei diritti della Chiesa o la promozione del bene comune. Al tri invece fanno riferimento aile ca- ratteristiche del chierico ehe desidera intervenire in politica o occupare un uffi- cio pubblico: non è lo stesso ehe sia un vescovo colui che interviene in politica o sia un presbitero o un diacono. La stessa autorité dovrà valutare anche l’impatto che tale agire puó avere sia sulla comunità cristiana ehe sulla société civile in ge­nerale. Inoltre, dovré anche valutare se i fedeli laid sono in grado di intervenire ed assumere quell’ufficio o prendere parte attiva nei partiti e nei sindacati. Gli interventi diretti in politica o 1’assunzione di cariche pubbliche da parte di un Vescovo richiedono, nellaprassi, l’autorizzazione della Santa Sede. Comun- que, prima ehe un Vescovo décida di intervenire in questi modi, sarebbe sempre opportuno ehe ci siano consultazioni fra i Vescovi della Nazione. Infatti le que­stioni politiche e sociali possono avere ripercussioni sulla Conferenza episcopa­le: manifestazione della comunione fra i vescovi sáré che ciascuno cerchi di evi­tare danni ad altri a causa delle sue scelte e delle sue decisioni. Si pensi ad esem- pio alia richiesta da parte delle autorité governative ad un vescovo di partecipare come membro di una commissione con funzioni di consulenza su questioni di natura sociale, come membro di una commissione di inchiesta con poteri deci- sionali, ecc65. In questo ambito una certa unité fra i Vescovi è necessaria, nel ri­64Chiedere 1’autorizzazione costituisce “una elemental medida de prudencia para evitar peligrosas sugestiones que pueden fácilmente tomar cuerpo al calor de la pasión politica”. Otaduy, Commento al can. 287, cit. p. 376. 65 Ciô è accaduto nolle Filippine, dove la presenza di due vescovi in due commissioni ha sollevato delle forti reazioni nell’opinione pubblica e divisioni nella Chiesa: il vescovo di Bu- tuan, Mons. Juan de Dios Pueblos fu nominato dalla Présidente Arroyo nelPagosto 2006 membro della “Melo Commission”, incaricata di investigare sulla morte di attivisti e giomali- sti. La “Bastes Commission”, presieduta da Mons. Bastes, Vescovo di Sorsogon, era chiamata a dare un parere tecnico sull’impatto ambientale delle esplotazioni di alcune miniere nel Pae- se. La prima era dotata di poteri decisionali, la seconda, invece aveva un ruolo unicamente consultivo. Per una descrizione delle finalité e poteri di queste commissioni, cf. O. Cruz, Two Malacanang commissions, 29.8.2006, in http://ovc.blogspot.com/2006/08/two-malacaang- commissions.html. Anche nel Nicaragua, inseguito all’invito dei présidente D. Ortega, il Car­dinale Obando, vescovo dimissionario di Managua, è diventato Présidente del Consejo Náció­nál de Reconciliación y Paz, organismo creato dal govemo nicaraguese per seguire Papplicazione degli Accordi di Pace. La Conferenza episcopale fece un comunicato in cui sot- tolineava ehe „comprendemos que esta comisión no implica reláción jerárquica de subordina- ción con el Poder Ejecutivo ni de manejo de fondos públicos o partidas presupuestarias“, in http://www.terra.net/noticias/articulo/htm/ act776438.htm.

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