Folia Canonica 9. (2006)
STUDIES - Carlos Larrainzar: L'edizione critica del decreto di Graziano
L’EDIZIONE CRITICA DEL DECRETO DI GRAZIANO 85 d.p.c.ll assiemeac.l2(f. 114rab), o anche C.l 1 q.l c.33 assieme al d.p.c.34 (ff. 163rb-164va). Qui si riportano tuttavia gli errori materiali dei copisti che produs- sero i “modelli” dai quali derivano Bc Fd P. 11. Se queste analisi sono corrette, mi pare chiaro allora che la famosa intro- duzione In prima parte agitur dovrebbe essere oggetto di una diversa valutazio- ne, rispetto a quelle proposte sino a oggi, in rapporta alla formazione del Decreto divulgato. All’apparenza quest’opera è il prodotto di scuola di una prima lettera- tura decretistica, ehe commenta o riassume l’opéra di Graziano. E, tuttavia, questo solo puô dirsi in un senso ampio, poiché questo “prologo” che compare in molti codici del secolo XII non è in effetti una “introduzione” letteraria al Decreto divulgato, ma è anteriore alla sua composizione, sebbene non di molto. Il suo interesse peculiare sta precisamente in questo: nell’essere un elemento che ha contribuito alla genesi di questo Decretum ehe si è diffuso dopo il 1150. Di tale introduzione resta traccia in un centinaio di codici, die la presentano secondo le due diverse modalità di trascrizione ehe già mostrano Fd Bc: cioè a dire frammentata come in Fd, oppure quale introduzione unitaria come in Bc. Non è tuttavia il momento di sviluppare questo terna.22 Oggi mi basta segnalare ehe, se questa valutazione è corretta, l’analisi della sua testualità e i cambiamenti nella suaredazione, posti in relazione con i contenuti dei Decretum e con le pecu- liarità testuali dei codici ehe la riportano, possono offrirci criteri sicuri per ordinare questi manoscritti in gruppi o famiglie secondo una prospettiva diacronica. Ad oggi ho verificato ehe nella In prima parte agitur esiste questo tipo di varianti testuali, ehe corrispondono alPevoluzione quantitativa dei Decreto di Graziano. V. GLI ALTRI CODICI ANTICHI: Pfr P Aa 12. Fino a qui abbiamo pariato di Sg Fd Bc\ quale giudizio bisogna dare degli altri codici antichi presi in considerazione in questi ultimi anni? Dal frammento parigino Pfr, a causa della sua brevità, non si puô ottenere quasi nessuna informa- zione particolare per il nostro terna.23 Conviene invece fare alcune riflessioni sui 22 Per una prima approssimazione si veda C. Larrainzar, ‘Notas sobre las introducciones In prima parte agitur y Hoc opus inscribitur', in W. P. MÜLLER — M. E. SoMMAR, Medieval Church Law and the Origins of the Western Legal Tradition. A tribute to Kenneth Pennigton (Washington D. C. 2006) 134-153. In questo contributo sviluppo il téma con abbondanza di dati e offro un’edizione integrale di Hoc opus inscribitur e un’altra parziale di In prima parte agitur. La conclusione principale sopra questa seconda è che si deve considerare come “una pieza intimamente unida a los materiales compuestos o usados en el ‘taller de Graciano’ para la formáción de su Decretum” ( 146). 23 Si veda la nota 3. Pfr contiene pochissimi testi: C.l 1 q.3 d.p.c.43, c.44, cc.46-51, c.57, c.60-64, d.p.c.64, c.65, d.p.c.65, c.66 usque ad ‘pecunie uendit’, c.67 et c.69 usque ad ‘furentis exstinctus’. Nell’iscrizione di C.l 1 q.3 c.48 si leggeAug(ustinus) de verbis Domini e, per-