Folia Canonica 9. (2006)
STUDIES - Carlos Larrainzar: L'edizione critica del decreto di Graziano
L’EDIZIONE CRITICA DEL DECRETO DI GRAZIANO 73 addizioni dei testi romani, delle paleae, o déllé petites collections di decretali di alcuni manoscritti.8 E questa spiegazione è tutt’altra cosa dall’affermare che il Decreto sono - o furono - due opere distinte di due autori distinti: due diverse recensiones di due diversi autori ehe lavorarono su un diverso corpus fontium? Per cominciare, questo pimto di vista lascia già nella penombra le relazioni tra i codici delle versioni brevi e i molteplici dati ehe mostrano le loro varianti e differen- ze, quando questo ci viene mostrando precisamente un processo di composizio- ne più complesso e irregolare.10 Senza l’intenzione di entrare in nessuna polemica sui tema, in questo momento desidero mostrare solamente il modo in cui noi ci accostiamo ai codici: senza apriorismi cerchiamo di verificare i dati nei quali si mostra l’esistenza di questo processo diacronico per tappe, che ho proposto alcuni anni fa. L’integrazione coerente di tutti i dati è dunque ciö che ci pennetterà-pensiamo 8 Cf. il volume Congrès de Droit Canonique Médiéval Louvain et Bruxelles 22-26Juillet 1958 (Bibliothèque de la Revue d’Histoire Ecclésiastique 33; Louvain 1959). I dibattiti ehe seguirono aile singole relazioni sono molto utili per “ricostruire” ciö che in quegli anni si con- siderava sicuro o anche solo probabile. Gli studi degli ultimi anni ci hanno permesso senza dubbio di ampliare le nostre conoscenze in ordine alla recezione dei testi del diritto romano nel Decreto: cf. la bibliográfia di José Miguel Viejo-Ximénez menzionata sotto alla nota 30. Anche i contributi sui testi delle paleae hanno prodotto progressi sostanziali: si vedano in proposito R. Weigand, ‘Versuch einer neuen, differenzierten Liste der Paleae und Dubbletten im Dekret Gratians’, in SG 29 (1998) 883-899 e J. Buchner, Die Paleae im Dekret Gratians. Untersuchung ihrer Echtichkeit (Pontificium Atheneum Antonianum, Theses ad lauream; Romae 2000). Perô manca ancora una revisione della sintesi su les petites collections de décrétales di J. Rambaud, ‘Les legs de l’ancien droit: Gratien’, in Histoire du Droit et des Institutions de l'Église en Occident. VII. L'Âge classique 1140-1378 (Paris 1965) 51-129, in par- ticolare pp.l 17-18, e in ‘Lespaleae dans le Décret de Gratien’ in Proceeding of Boston MIC C-l (Città del Vaticano 1965) 23-44, necessaria perché questi studi si focalizzarono esclusi- vamente su 18 manoscritti, solo 8 dei quali sono menzionati nella relazione di Weigand {Be Cd Pd Pn So Sp Ty Tz). 9 Cf. in particolare la monográfia di A. Winroth, The Making of Gratian ’s 'Decretum ’ (Cambridge 2000), che si rilegge sempre con piacere, e che fu preceduta dai suoi studi ‘The Two Recensions of Gratian’s Decretum', in ZRG Kan. Abt. 83 (1997) 22-31 e ‘Les deux Gra- tiens et le Droit Romain. In memoriam Rudolf Weigand’, RDC 48 (1998) 285-299. l0Da molto tempo il Prof. Viejo-Ximénez ha esposto le sue obiezioni ágii apriorismi con- cettuali latenti sui quali si fondano le tesi di Winroth (si veda sopra la nota 9) sulla Redaktionsgeschichte del Decreto: si veda il suo studio ‘Concordia y Decretum del maestro Graciano. In memoriam RudolfWeigand’, in lus Canonicum 39(1999)333-357, in particolare 339-350. Le sue “cronache” dei Congressi Internazionali di Diritto Canonico Médiévale sono d’altra parte una guida eccellente per ricostruire il dibattito storiografico di quest’ultimo decennio: cf. J. M. VlEJO-XlMÉNEZ, ‘El lXh International Congress of Medieval Canon Law de 1992’, in Ius Canonicum 33 (1993) 737-754; ‘In memoriam Stephan Kuttner. A proposito dei 3^' International Congress of Medieval Canon Law de 1996 en Syracuse (New York)’ in Ius Ecclesiae 9 (1997) 221—264;* Gratianus magister y Guarnerius teutonicus. A proposito del Xf' International Congress of Medieval Canon Law de 2000 en Catania’, in Ius Canonicum 41 (2001) 35-73.